Regia di Michael Haneke vedi scheda film
HANEKE - VOL 3
Frammenti di vita, di sopravvivenza in una società che ostacola ogni tipo di integrazione, di sopportazione di una vita che non offre più nessuno spunto o stimolo, sono assemblati, in apparente ordine sparso e separati da uno stacco evidente di una inquadratura buia, fino a divenire tutti assieme il filo conduttore di un disagio che, come è lecito aspettarsi da una storia proveniente da Haneke, può sfociare nella violenza più esplosiva ed incontrollata immaginabile.
L’ossessione di raggiungere un fine anche banale, rappresentato da una cervellotica costruzione di una croce-mosaico entro un tempo prestabilito, o di primeggiare presso una competizione di ping pong, diventano poi dei limiti che, considerati insuperabili e destabilizzanti, finiscono per accendere la miccia della follia e dare inizio alla strage.
Utilizzare la dispersione e la frammentarietà, appunto, per confutare un fenomeno inquietante che potrebbe dilagare, diventando una piaga a livello globale in quelle società del benessere ove l'essere arrivati spinge i benestanti a cercare nuovi e sempre più pericolosi traguardi ove rifugiare l'insoddisfazione e la noia che li pervade.
Haneke, come è sua consuetudine, descrive la violenza nei contorni e nelle conseguenze atroci, più che nel suo stesso manifestarsi, come a voler una volta per tutte evitare la spettacolarizzazione e mirare più lucidamente e freddamente a descrivere un imbarbarimento generalizzato che ci rende tutti quanti, chi più, chi meno, come belve: intervallati tra questi 71 frammenti di cinema, sono compresi spezzoni di notiziari che, spaziando a descrivere o raccontare barbarie in essere attorno al mondo in quegli anni (con particolare riferimento ai genocidi e alle altre efferatezze che in quegli anni insanguinavano i Balcani), fanno da corollario adeguato e pertinente alla brutalità latente e pronta a scoppiare anche a ridosso di una civiltà matura ed economicamente ed affettivamente solida, ove il benessere ha tolto il desiderio di anelare a qualcosa di costruttivo e l’autodistruzione diviene la soluzione più invitante a cui indirizzare le proprie malate aspirazioni di persone arrivate ed annoiate.
71 Frammenti rappresenta la parte finale di una trilogia iniziata con Il settimo continente e proseguita con Benny’s video, tutta incentrata sulla deriva umana e sull’imbarbarimento che ci conduce a trasformarci in efferati assassini per puro gioco o soddisfazione.
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