Regia di Luca Manfredi vedi scheda film
Fiction televisiva pensata e scritta per il piccolo schermo: personaggi semplicissimi, situazioni stereotipate, emozioni un tanto al chilo, un intreccio facilmente comprensibile anche da chi non segue con la dovuta attenzione. Va ricordata per la buona interpretazione di Lino Banfi, ormai 'ripulito' dalle macchiette demenziali degli anni '80-'90, e perchè si tratta di uno degli ultimi lavori cui prende parte Nino Manfredi, qui davvero commovente in un ruolo secondario: stanco, smemorato e quasi cieco, va col pilota automatico e fa una riuscita decisamente migliore dei tre quarti del cast (tolgansi pure i bravi e noti Messeri e Fiorentini, anche quest'ultimo prossimo alla fine). Dopo Un difetto di famiglia dell'anno precedente, si riforma così la coppia Banfi-Manfredi, che purtroppo non avrà modo di ricomporsi nel seguito di questo lavoro (Un posto tranquillo 2, alla faccia della fantasia, del 2005); forse la partecipazione del grande Nino è dovuta solamente al fatto che in regia troviamo il figlio Luca, ma, visti i limiti dell'operazione, tanto vale fare finta di niente. 3/10.
In un pacifico convento toscano i frati accolgono la visita di un ragazzo che sta preparando la tesi sull'architettura del luogo. In realtà il giovane, si scopre, è il figlio di uno dei frati, che ne ignorava del tutto l'esistenza. Intanto un imprenditore locale cerca di comprare il terreno del convento.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta