Regia di Yasujiro Ozu vedi scheda film
In questo film la presunta intimità della casa è, in realtà, un crocevia di incontri sgraditi ed improvvise intrusioni e, anche in assenza di estranei, è comunque segnata da gelosie, invidie, sospetti e incomprensioni, all'interno delle famiglie e tra i vicini. La tradizionale accoglienza delle case giapponesi, sempre aperte agli ospiti invitati o inattesi, si traduce in una promiscuità che esalta le diversità e crea attrito, turbando la tranquillità domestica. Non c'è pace per un'umanità che, sotto l'obiettivo di Ozu, appare sempre incorniciata da porte, finestre, corridoi, ossia inquadrata, come un'istantanea, in un breve e fuggevole segmento di vita. I personaggi di questa storia sono inquieti, perché, perfino a casa propria, si sentono sempre di passaggio, con la mente occupata da qualcosa da ricercare altrove, e che suscita attrazione (la tv degli amici) o diffidenza (in soldi spariti, gli usi occidentali dei vicini). Il buongiorno è un saluto distratto e convenzionale, futile come i pensieri che si arenano, inutilmente, sulle piccole contrarietà della vita quotidiana. Si va e si viene, si scambiano due parole, ma non si comunica mai veramente. Per questo, in fondo, ci si conosce così poco. I mondi di vecchi e giovani, adulti e bambini, uomini e donne, sono separati, inscatolati tra le pareti di legno e carta di riso. Il silenzio che i due piccoli Hayashi, un po' per gioco, un po' per un'infantile ripicca, si autoimpongono, più che una metafora dell'incomunicabilità, è un involontario, ma provocatorio ed efficacissimo, antidoto al proliferare del chiacchiericcio vano e superficiale (di cui il linguaggio delle flatulenze pare una beffarda imitazione). Ed è, inoltre, un elemento spiazzante che riesce ad infrangere il muro dell'ipocrisia, facendo prevalere la chiarezza e la concretezza e rimettendo infine ordine nei rapporti umani.
Il genio di Ozu fa scaturire una morale da ordinarie vicende di gente comune, e trasmette il suo messaggio con esempi fatti in casa: quello di "Buon giorno!" è un cinema che riesce ad essere, al contempo, didattico e popolare, e, dietro una veste leggera, di intrattenimento e disimpegno, fa riflettere lo spettatore sorridendo e strizzando l'occhiolino.
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