Regia di Vincenzo Salemme vedi scheda film
Ho visto le stelle è il primo lavoro marcatamente cinematografico scritto e diretto da Salemme, fino a quel momento autore di alcune commediole dal palese impianto teatrale. Il vero problema però è che Ho visto le stelle è probabilmente anche il film più brutto girato fino a quel momento dal regista/sceneggiatore/protagonista, che qui si richiama direttamente al 'modello Pieraccioni': one-man-show, buoni sentimenti a catinelle (e rischio di diabete incluso), la bonazza di turno da portarsi a letto (sullo schermo; qui si tratta di Alena Seredova) e l'immancabile happy ending. Persino lo storico sodale Maurizio Casagrande ha qui un ruolo limitato e le dinamiche fra i due appaiono più esili del solito: bene, perchè i personaggi sono più 'smarcati' dalla logica teatrale dei precedenti lavori; male, perchè si ride davvero pochissimo, al di là dei gusti: le gag e le battute sono proprio quantitativamente ridotte. Fra gli altri interpreti ci sono anche Claudio Amendola, Gian di Ric e Gian, Enzo Cannavale e Venantino Venantini; la regia è poco reattiva e Salemme mostra di possedere ancora poca fantasia dal punto di vista visivo della storia (come se, appunto, volesse ancora ridurre tutto quanto a una semplice serie di sketch osservati dall'esterno). Imperdonabili infine certe soluzioni grossolane come l'utilizzo della parlata barzellettistica per i russi (vagamente in odore di razzismo, nel 2003) e l'escamotage della bella straniera emigrata in Italia clandestinamente che, anzichè portare a conclusioni serie o a - per lo meno generiche - denunce, serve solo a mettere la suddetta bonazza (fra l'altro ampiamente ricattabile, data la sua precaria posizione) fra le braccia di Salemme in vista del sonnolento lieto fine. 2/10.
Per partecipare a un reality, Antonio deve fingersi gay. Bel problema, quando la bellissima Alina si innamora di lui: che fare a quel punto?
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