Regia di Leonardo Pieraccioni vedi scheda film
Alcuni anni fa all’interno di una divertente trasmissione televisiva MAI DIRE GOAL della Gialappa’s band c’era una rubrica intitolata UN UOMO UN PERCHE’. Questo quesito, al cinema, lo si potrebbe porre a proposito di Leonardo Pieraccioni, quarantenne toscano, professione: presunto comico. A metà degli anni ’90 Vittorio Cecchi Gori e la moglie Rita Rusic erano i big del cinema italiano, producevano film d’autore e film commerciali, la Rusic però si era specializzata nello scoprire nuovi talenti comici da far debuttare sul grande schermo. Uno di questi è stato L.Pieraccioni, un modesto cabarettista che imperversava nelle piazze e nelle radio toscane, affiancatogli in sceneggiatura il navigato G.Veronesi, gli affida anche la regia ed ecco l’esordio con I LAUREATI. Uscito sotto le feste natalizie del ’95 si piazza subito nelle zone alte del box-office, ma l’anno dopo con IL CICLONE sbanca il botteghino e diventa un fenomeno. Basandosi su un binomio intramontabile per il nostro cinema “le gag e la figa” ovvero uno straccio di storia, una serie di situazioni comiche, bellezze di contorno, una spruzzata di sentimentalismo che non guasta mai e il pubblico accorre in massa. Niente a che vedere con la commedia italiana che dice cose serie con tono ilare, ma una variante edulcorata delle commediacce natalizie. I suoi film sono stati e sono la massima espressione del cosiddetto “vuoto pneumatico” che ha, a sua volta, lanciato altri comici da far esordire dietro e davanti la macchina da presa: Panariello,Ceccherini (ottimo caratterista ma solo quello), Salemme e altri, non tutti fortunati come il Leonardo nazionale. Nel frattempo “scoppiati” in tutti i sensi il duo Cecchi Gori-Rusic (quest’ultima ha ritentato la formula Pieraccioni con Chiambretti e Ammendola-Pistoia fallendo miseramente), la Medusa ha rilevato il loro figliol prodigo, la gallina dalle uova d’oro del cinema italiano per rimpinguare le sue casse. Il terzultimo (ho perso il conto) “capolavoro” della sua ineusaribile verve comica è stato IL PARADISO ALL’IMPROVVISO, la sinossi è presto detta: un incallito single amante della vita goliardica e delle belle donne casca tra le braccia di una spagnola caliente che lo fa capitolare. Anche stavolta il buon Pieraccioni ha “brillato” per originalità nello scrivere il soggetto, sempre lo stesso, ma non è ciò che conta in questi lungometraggi costruiti a tavolino, basta la faccia simpatica e da schiaffi del protagonista, una modella come co-protagonista possibilmente che non sappia recitare, un comico di successo proveniente dalla TV (A.M.Barbera/Sconsy in questo caso) e bravi caratteristi da sprecare (Ceccherini, Haber e Papaleo), per le inquadrature ci pensa il direttore della fotografia ed ecco pronto il pacco…pardon il film.
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