Regia di Neri Parenti vedi scheda film
"Nabbella pisciata, nabbella cagata e ti riconcili col creato!". Potrebbe sintetizzare tutto il film, questa soddisfatta frase di De Sica, perdutosi nella foresta insieme a Boldi e vittima di gag esilaranti come una puntura "sul cazzo" (citando De Sica stesso) con una siringa piena di tè freddo. Violenza e volgarità: la formula funziona sempre, il cinepanettone è servito. E pazienza se questa volta il Natale non c'entra un accidente: l'importante è divertire gli italiani, e cosa può farlo meglio di una vagonata di coprolalia, scenette scatologiche, funzioni corporee protagoniste? Per quanto insopportabile, Enzo Salvi ha almeno il merito di prodursi nella scena 'migliore' (nel senso di meno peggiore) del film, ovvero quella in cui, rapper burino di nome Vomito, fa ruttare all'unisono il folto pubblico in visibilio del suo concerto. Ma il gusto per l'iperbole non fa parte del repertorio dei Vanzina (Marco Martani connivente in sceneggiatura), che preferiscono piuttosto disseminare nella pellicola parolacce e volgarità qualunquiste (barzellette da bar sport, insomma) in quantità allarmante. Non è fra i peggiori della serie, ma è comunque un lavoraccio sporco, grezzo, inconsistente.
Due cinquantenni si incontrano in India; uno è un giudice salutista e l'altro un ingegnere disonesto. Improvvisamente si ricordano di essersi già visti: 16 anni prima, fuori dalla sala parto, quando le rispettive mogli li stavano rendendo padri. Il dubbio che i figli siano stati scambiati alla nascita si fa quindi forte.
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