Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film
Parla chiaro il Rossellini dell'"Europa 51",e sopratutto parla chiaro la splendida Ingrid Bergman,protagonista dal risvolto tragico.La loro voce è quella dell'umanita' che vuole amare,condividerne il sentimento al margine doloroso della genia dimenticata.Poi c'è la societa' "perbene",i ricchi borghesi,la faccia "pulita",egoista e cinica, maschere fasulle del mondo edonista.Irene è parte del secondo mondo,"signora" investita da obblighi sociali e culturali,tanto da dimenticare le esigenze del figlio,il piccolo Michel,fragile e sensibile,in crisi colo "suo" mondo circostante.Michel non regge alla solitudine suicidandosi,il dolore fungera' da viatico miracoloso,nel percorso redentivo della donna verso le oasi dell'umilta,' povere ma felici.La donna "Rosselliniana" diventa benefattrice del popolo di borgata,nelle baracche periferiche,simboleggiate nell'ottima caraterizzazione di Giulietta Masina,una simpatica popolana: povera,schietta e felice.Un enorme opera,"Europa 51",definibile come il piu' trascendentale dei film di Rossellini.Il padre del "neorealismo" affermava l'"utilita'" della sua materia di cinema,qui gode del magistero assoluto,nelle riprese scarne e formali,nelle gestualita' espressive della raffinata Bergman.Film rigoroso nella denuncia sociale,uno spaccato filmico enorme e d'indubbia qualita',semplice nel raccontare la storia,utilizzando pochi movimenti di macchina,ma pregno di un magnetismo potente nei primi piani di Irene,didascalici e dolorosi.Rossellini lascia parlare l'epos tragico d'una donna,un isolarsi dalla cappa dorata d'egoismo dove Irene vi è rinchiusa.Film "scomodo" per alcuni ambienti,dall'emozionalita' potente e coinvolgente,la metamorfosi d'Irene è anche fisica oltre che spirituale,da donna formale e d'alto rango a donna dimessa al servizio degli umili.Una trasformazione che scardina il rigore d'un ambiente ovattato,l'animo compassionevole,pregno d'amore è "oggetto",da sottrarre al pubblico ludibrio e da affidare alle cure psichiatriche.Una critica sociale quella registica,sondante l'ambiente italico post-bellico,Irene è mossa dal grosso senso di colpa,nei confronti della memoria del figlio.L'amore non donato a Michel è qualcosa da espandere al mondo intero,nel dare vicinanza e sostegno alle masse popolari,operai,casalinghe e prostitute,lontani dal gelo razionale della ricchezza e vicine alle ragioni del cuore.S'intravede nella mano di Rossellini una certa polemica verso il clero,nella figura d'un parroco traumatizzato dalla carita' amorevole d'Irene.Il mondo di "Europa 51" è quello avviatosi alla guerra fredda,dove il proletario comunista diverra' nemesi dell'imprenditore capitalista.Irene è solo una figura angelica,maschera da novella Maria di Nazareth,immolatosi all'altare dei deboli.Figura chiave,ma vittima d'un "gioco" societario di cui ne è pedina,.La Bergman è l"angelo salvifico" della schiera dimenticata,l'unica nella sua purezza a poter comprendere la grandezza d'animo di una "santa"......
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