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Europa '51

Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film

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La recensione su Europa '51

di Peppe Comune
9 stelle

Irene Gerard (Ingrid Bergman) è la ricca moglie di un diplomatico (Alexander Knox) che conduce una vita agiata e spensierata, tutta dedita alle incombenze formali dell'alta società. Quando muore il picolo figlio (Sandro Franchina), suicidatosi perchè si sente trascuratodalla madre, Irene cambia vita e inizia a dedicare il suo tempo ad aiutare i poveri e gli emarginati. Il senso di colpa per la morte del piccolo Michel spinge Irene a scoprire un mondo a lei totalmente sconosciuto, una realtà povera di mezzi ma ricca di cuore e umanità.

 

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Europa 51 - Ingrid Bergman 

 

Conosce l'altra parte del mondo, quella delle famiglie che vivono in dieci in un unica stanza e che non possono comprare neanche le medicine al figlio malato, quella delle baraccopoli degradate e del lavoro massacrante. Conosce l'altro da sè, il riflesso della sua anima pia che aspettava una brusca cesura per seguire il suo più naturale percorso esistenziale. Accomuna il suo particolare dolore a quello più generale di un popolo ancora alle prese con gli effetti devastanti della guerra. Si spoglia dei suoi orpelli sociali, della sua alterigia e si concede totalmente al mondo degli ultimi, donandogli quella vicinanza del corpo e dell'animo che aveva sempre negato al figlio. La redenzione di Irene comporta l'allontanamento dal mondo borghese, la messa al bando da un ambiente che non la riconosce più come membro, che inizia a considerarla come un agente pericoloso, come lo specchio delle sue insane ipocrisie. La presa di coscienza di Irene, ciò che i suoi occhi hanno visto, rischia d'inquinare l'ordine corporativo dell'alta società. Così, l'ambiente in cui aveva vissuto fino a poco tempo prima preferisce dichiararla pazza. Nessuno crede alle cose che dice una pazza. Le cose che ha visto non esistono. Si definisce straordinaria la normale scoperta dell'amore disinteressato, folle il darsi agli altri senza preclusioni ideologiche. "Europa 51" è un film straordinario nella sua secchezza espositiva : essenziale nella scelta narrativa, asciutto nella linearità del rapporto causa effetto, sociale senza farsi moralistico ed etico senza essere didascalico. Eppure pregno di contenuti intellettuali con la commistione tanto cara al maestro Roberto Rossellini tra Cristianesimo e Marxismo attraverso l'evidenza di quella tensione morale che tende alla carità cristiana come imprescindibile fonte di umanesimo e al cristianesimo come fondamentale strumento di lotta contro le iniquità sociali. Semplicemente grandiosa Ingrid Bergman. Un capolavoro di semplicità e di struggente purezza. 

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