Regia di Victor Erice vedi scheda film
Pessimo esempio di nulla d'autore.
Spagna, brulle campagne, dopo la guerra civile degli anni '30. Due bambine assistono alla proiezione del Frankenstein di James Whale e ne rimangono stregate, al punto di cominciare a percepire la presenza del mostro dovunque. La loro fervida immaginazione è per certo superiore a quella del regista, che attorno a un pretesto simile ci costruisce tutto un film. Per riempire i vuoti di una storia inesistente, il formidabile venditore di fumo Victor Erice - il cui genio per nostra fortuna si è limitato a soli due film - annacqua il brodo allungando scene inutili (la lezione di anatomia, la passeggiata per funghi, lo scherzo fra le due sorelle) che fan da contorno a una portata principale già in se stessa fuffosa ed insipida. Chissà, forse la critica saccente - e anche un po' dormiente - sarà rimasta incantata dall'atmosfera onirica in cui è immerso il film. Un espediente visivo-narrativo ripetutamente usato in film di formazione al femminile dei primi anni '70, dal pessimo Alice nelle città al sufficiente Picnic a Hanging Rock, dal discreto Fantasie di una tredicenne all'eccellente Cosa avete fatto a Solange?. Disposti in rigoroso ordine crescente di solidità dell'opera. Il sogno per sua natura è sfuggente e incorporeo, e ha bisogno di essere irreggimentato per diventare risorsa di senso compiuto. Il cinema esiste anche per dare sostanza al sogno: se non lo fa, il sogno rimane fumo e il cinema si autoannulla in una masturbazione mentale di rara malafede.
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