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Spirito allegro

Regia di David Lean vedi scheda film

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La recensione su Spirito allegro

di Baliverna
9 stelle

Un'incauto esperimento con una medium porta all'evocazione dello spirito della defunta prima moglie del protagonista, alla quale non aggrada la sua seconda di moglie. Bellissima commedia di David Lean, con retrogusto acidulo.

Davvero riuscita questa pellicola con spunti preternaturali – cioè gli spiriti dei defunti che tornano a tormentare i vivi – che ricorda per tono ed inventiva certe altre opere inglesi di quegli anni, come “Scala al paradiso” di Powell e Pressburger.

Sia la regia che i dialoghi sono molto buoni, sicché non ho visto né stanchezza nell'una, né banalità negli altri. Niente è buttato là, ma, al contrario curato e impreziosito da una fantasia ed inventiva che il cinema moderno ha in gran parte smarrito.

È una pellicola che, dietro l'umorismo e le invenzioni di fantasia, cela un sottile cinismo, non velenoso, ma neppure da trascurare: il protagonista è dopo tutto un egoista, che non è troppo turbato e scosso dai lutti che subisce. Con troppa facilità, infatti, egli volta pagina e dimentica presto il dolore. Dietro i suoi modi raffinati, c'è amore o solo etichetta e galateo? Forse i secondi.

Questo cinismo è però attenuato da alcune riflessioni sulla vita e sulla responsabilità individuale che ciniche non sono. Dietro alla vicenda fantastica – più che rispettabili anche le soluzioni visive ed alcuni effetti speciali – si nasconde, secondo me, il cruccio interiore di un uomo che ripensa alla sua vita e ai suoi affetti, avvertendo qualche oscuro senso di colpa, che cerca di obnubilare e di mettere a tacere con l'autoassoluzione, e l'attaccamento al perbenismo di facciata, tipicamente inglese. La prima moglie, che gli si presenta in forma etera e monocolore, ha molto da rimproverargli, e anche la seconda tiene da parte qualche capo d'imputazione. La sua coscienza grassa, tuttavia, fa presto a sminuire e a scansare tutte le accuse. Va anche detto che pure le due donne hanno qualche colpa nei suoi confronti. Il finale non sembra risolvere i conflitti emersi a destra e a manca.

Gli attori sono tutti bravi e vivaci. La loro prestazione, assieme a certe buone idee di regia, ci regalano anche alcune belle risate. Ad esempio, il fatto che la moglie defunta venga vista e udita solo da lui e non dalla medium e dalla moglie attuale è la base per una serie non breve di battute, di equivoci, e di dialoghi surreali. Qui le due attrici sono molto brave a fingere di non vedere e udire una persona che pure sul set era ben che presente. Allo stesso modo, sono spassose anche le scene di gelosia tra le due mogli, benché appartenenti a mondi diversi. E se Ronald Neame, autore dello spettacolo teatrale, stesse pensando, mentre scriveva, a due donne viventi? Possibile.

Bravi ho trovato in particolare Rex Harrison e Margaret Rtherford, futura Miss Marple.

È un bell'esempio di cinema inglese DOC, quasi dimenticato in Italia, ma sicuramente da recuperare. È talmente obliato, che l'edizione italiana in DVD, buona come qualità d'immagine, offre solo i sottotitoli in italiano, ma non il doppiaggio. Evidentemente, non si è riusciti a trovare la versione doppiata, che pure deve esistere.

 

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