Regia di Alessandro Blasetti vedi scheda film
Agli inizi del XVI secolo in Sicilia combattono spagnoli e francesi. Graiano favorisce questi ultimi per tornaconto personale, suscitando la rivolta di Ettore Fieramosca. Questi si unisce quindi agli spagnoli in Puglia e, nella celebre disfida di Barletta, riesce ad avere ragione sia di Graiano che del francese Guy De La Motte.
Il romanzo di partenza, scritto da Massimo D’Azeglio, risaliva a poco più di un secolo prima (1833); l’epica dei fatti d’arme seicenteschi che videro come protagonista Ettore Fieramosca poteva quindi aver avuto un valore del tutto patriottico durante il Risorgimento, ma ne assunse decisamente un altro in pieno regime fascista, quando venne traslata sullo schermo da Alessandro Blasetti. La complicità artistica del regista, qui anche sceneggiatore insieme ad Augusto Mazzetti, Cesare Vico Lodovici e Vittorio Nino Novarese, con la dittatura mussoliniana è materia piuttosto nota, così come rimangono innegabili le capacità di Blasetti nella narrazione e nella messa in scena; Ettore Fieramosca risulta pertanto un bel film di propaganda nazionalista (attenzione: che sia bello e che sia di propaganda sono due caratteristiche ben distinte!) neppure particolarmente spinta. Certo, il finale che inneggia apertamente allo strapotere dell’Italia e all’eroismo degli italiani è oltremodo perentorio; ma non è per questo che la pellicola riesce meno piacevole ancora oggi, vista con occhi, si può dire, smaliziati. A contribuire alla buona resa dell’opera c’è un cast composto da interpreti di riconosciuto valore, fra i quali Elisa Cegani, Osvaldo Valenti, Mario Ferrari, Clara Calamai, Carlo Duse, Corrado Racca, Lamberto Picasso e soprattutto il giovane Gino Cervi, ottimo protagonista. In ruoli minori compaiono anche Arnoldo Foà e Andrea Checchi. 4,5/10.
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