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Uccise la famiglia e andò al cinema

Regia di Júlio Bressane vedi scheda film

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La recensione su Uccise la famiglia e andò al cinema

di mm40
6 stelle

Due storie si intersecano. Un uomo uccide gli anziani genitori, va al cinema a vedere un film e poi prosegue con ulteriori omicidi. Due ragazze, consapevoli del grave scandalo suscitato dal loro rapporto lesbico, si amano e si uccidono a vicenda.

 

Classe 1946, Julio Bressane ha solo 23 anni quando gira Uccise la famiglia e andò al cinema, ma è già al secondo film, a due anni di distanza dal precedente Cara a Cara. Da subito Bressane viene riconosciuto fra i principali esponenti della rinascita del cinema brasiliano, non a torto d'altronde: la visione di questa breve pellicola - poco più di un'ora di durata - lascia intendere sia le buone capacità del Nostro dietro la macchina da presa, sia la volontà di innovare il mezzo artistico, principalmente sul piano contenutistico. La trama - la sceneggiatura è dello stesso regista - è a dir poco confusa e l'unica certezza che si evince dal film è la volontà di puntare il dito contro la famiglia, istituzione soprassata e retrograda, castrante e ammorbante; il budget a disposizione è misero e Bressane ne fa tesoro, utilizzando pochi ed efficaci interpreti (Antero De Oliveira, Marcia Rodrigues e Renata Sorrah compongono il trio principale del cast) e sfoggiando un impressionante bianco e nero, complice del fascino delle scene di violenza e spargimenti di sangue. La carriera del regista decolla: nello stesso 1969 uscirà in sala anche con L'angelo è nato. 6/10.

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