Regia di Joseph Losey vedi scheda film
Prima collaborazione di Joseph Losey con il drammaturgo premio Nobel Harold Pinter e senz'altro uno dei suoi migliori film, a mio parere superiore al successivo "Per il re e per la patria " che non riusciva del tutto ad aggirare le trappole del teatro filmato. Qui la storia del servitore Barrett che conduce alla rovina il ricco ma debole padroncino Tony è un'allegoria perfettamente centrata sul conflitto di classe e la rabbia proletaria che già si era fatta sentire in altri film inglesi dello stesso periodo, ma forse senza la maestria formale e il razionale controllo della regia di Losey : l'ambientazione claustrofobica nell'appartamento di Tony è molto efficace e la macchina da presa è guidata con suprema abilità nel suo incedere su specchi e superfici riflettenti che poi saranno ripresi da altri registi fra cui Fassbinder, altro esteta della decadenza borghese. Il finale con l'abbrutimento totale di Tony l'ho trovato, però, un po ' eccessivo ed effettistico e credo che si potesse trovare un'altra soluzione narrativa più sfumata ed efficace. Nel cast Dirk Bogarde è eccezionale nel rendere la natura malvagia di Barrett, personaggio assolutamente all'opposto del carattere dell'attore che era un uomo raffinato e sensibile, ma la sua trasformazione nel film testimonia di un talento recitativo davvero fuori dal comune, che avrebbe meritato molti riconoscimenti in più; bravo anche James Fox, per quanto un po' in ombra nel confronto con il suo collega, e ottima anche una giovane Sarah Miles nel ruolo dell'amante di Barrett, procace e volgare al punto giusto. Presentato in concorso a Venezia, inspiegabilmente non ricevette alcun premio, ma in seguito è stato giustamente riconosciuto come uno dei grandi film di Losey.
Voto 9/10
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