Regia di Joseph Losey vedi scheda film
CONTIENE ANTICIPAZIONI - E’ un film di grande forza e impatto visivo, e devo dire anche di grande tensione. E’ sostenuto da grandi attori (tutti), da una regia millimetrica e da una splendida fotografia in bianco e nero. E’ stato interpretato nei modi più diversi, non da ultimo in senso marxista, vi si è visto cioè la presa del potere della classe operaia. Ora Losey era definito un comunista, ma né questo fatto né il film stesso bastano a me per leggere l’opera in senso marxista. Il personaggio del servo, infatti, non è un povero proletario oppresso da un padrone sfruttatore, ma un individuo scaltro e ambizioso, falso e calcolatore, spesso decisamente odioso. Sin dalle parole che dice agli imbianchini all’inizio si capisce che è un tipo che sa approfittare di ogni minima occasione per ergersi sopra gli altri e umiliarli. Capito poi che il suo padrone è un debole, non fa che renderlo a poco a poco succube di sé e spstituirsi a lui. Il vero oppressore, il vero arrogante e prevaricatore di questo film è proprio il sevo; è uno che questi atteggiamenti ce li ha nel sangue, al di là del suo ruolo sociale. Allo stesso modo il suo padrone è remissivo e incapace di far rispettare se stesso e la sua fidanzata, anche se è quello che ha il coltello dalla parte del manico. Quando ha tollerato le prime sfacciataggini di quell’uomo, ha scusato e difeso ciò che andava subito stroncato, e peggio non ha protetto la sua donna dalle sue insolenze, ha già firmato la sua sconfitta. Se Losey era un comunista aveva un’idea niente affatto comunista della lotta di classe, e aveva uno sguardo molto lucido, senza la lente dell’ideologia. “Il servo” è soprattutto uno studio di caratteri, di prevaricatore e prevaricato, al di là del ruolo e della classe.
A me il servo sembra proprio una figura demoniaca, che entra in casa con finta umiltà e viscida gentilezza, divide la coppia, e poi distrugge ciascuno dei due singolarmente. La stessa fidanzata, la quale capisce subito il volto che sta dietro alla maschera di quell’uomo e a cosa mira, finisce per restare per alcuni istanti ipnotizzata dal suo sguardo penetrante e ammaliatore, e cadere un momento in suo potere. La domestica sua aiutante gli assomiglia molto, e anche lei infatti si prende tranquillamente gioco del “padrone” allocco.
E’ un po’ cattivo e non proprio il genere di film che suscita il mio amore, ma devo ammettere che è un capolavoro.
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