Regia di Joseph Losey vedi scheda film
Formalmente superbo, con la macchina da presa che descrive arabeschi nello spazio minimo della casa e la fotografia che s'inabissa in stratificazioni oscure, il film di Losey soffre di pesantezze concettuali e complicazioni demodé, per cui i personaggi non sono mai liberi di muoversi senza produrre ulteriori significati: il genere (thriller) si eclissa adagio sullo sfondo e spadroneggia un formalismo saturo. Alla lunga si è estenuati dall'ennesimo svolazzo di cinepresa sui lampadari obliqui della villa. Il finale, hegeliano e retoricamente allegorico, non è all'altezza delle premesse. Ed è peccato.
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