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Looney Tunes Back in Action

Regia di Joe Dante vedi scheda film

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La recensione su Looney Tunes Back in Action

di FilmTv Rivista
8 stelle

Daffy Duck è una star stizzosa, casinista e un po’ démodée; Bugs Bunny è il coniglio più amato dalle donne, furbo, rilassato, molto cool. Insieme, trascinano Brendan Fraser (giovanotto inespressivo, con un insospettabile talento per la commedia, che qui fa il figlio tonto di un’altra star altrettanto “statuaria”, Timothy Dalton) e Jenna Elfman in una cavalcata avventurosa attraverso i generi action e fantastici più celebri. E il più action di tutti, almeno per gli umani coinvolti, è la vorticosa, gloriosa animazione Warner. Looney Tunes: Back in Action è un omaggio travolgente a tutto il cinema che piace a Joe Dante e che ha segnato il nostro immaginario cinematografico infantile (che vale, naturalmente, anche per gli spettatori adulti): cartoon e All’inseguimento della pietra verde, James Bond e Indiana Jones, Guerre stellari e Batman, E.T. e la fantascienza anni ‘50. Quest’ultima è una della grandi passioni di Joe Dante, che ha già reso omaggio alla sua fetta più scalcagnata e artigianale nel 1993 con il magnifico e sfortunato Matinée, che ha un debito con la serie B (esordì con Corman, che qui compare, sornione, nella parte del regista del nuovo Batman), e che le dedica una delle sequenze più irresistibili del film: nell'Area 52 nascosta nel deserto del Nevada circolano mostriciattoli indimenticabili, cittadini dello spazio (il film di Joseph Newman e, non accreditato, Jack Arnold), cervelli assassini (Fiend Without a Face di Arthur Crabtree), Kevin McCarthy (che appare anche in una particina, come appare un attore feticcio del giovane Corman, Dick Miller) con il suo bacellone stretto al petto. Film di “creature” che fanno da controcanto agli attori in carne e ossa (memorabile anche la sequenza al ristorante della Warner, con i Tunes che bisticciano e pasteggiano ai tavoli in secondo piano) e di attori in carne e ossa che cercano di vivere da cartoon (Brendan Fraser, che non per caso fa lo stuntman, Joan Cusack, che è la maggiore attrice comica americana di oggi, e soprattutto Steve Martin, quasi irriconoscibile nei panni del cattivissimo presidente della Acme), Looney Tunes farà impazzire i cinefili e magari convincerà qualche ragazzino a lasciarsi trasportare nel mondo naïf che vive oltre lo schermo. Un mondo dove Las Vegas è quella di Un sogno lungo un giorno e Parigi quella di Un americano a Parigi (compresa la geniale cavalcata di Daffy e Bunny tra i capolavori del Louvre, Dalì e Lautrec, Munch e Monet), che rivela i suoi trucchi tra le pieghe dell’inquadratura, e che, per quanto fatto “di cartone”, di luce e ombra, non è asettico e sterile come un videogioco.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 52 del 2003

Autore: Emanuela Martini

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