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Da quando Otar è partito...

Regia di Julie Bertuccelli vedi scheda film

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La recensione su Da quando Otar è partito...

di FilmTv Rivista
8 stelle

Otar è il maschio di una famiglia di Tbilissi composta ormai quasi da sole donne. Emigrato in Francia, manda soldi e notizie alla moglie Marina, alla figlia Ada e alla vecchia madre adorante Eka. Un giorno arriva la cattiva notizia: Otar è morto cadendo da un’impalcatura, nel cantiere dove lavorava in nero. Ada e Marina decidono allora di nascondere la notizia alla nonna, continuando a scrivere delle finte lettere dalla Francia. La nonna sembra bersi tutto, ma inopinatamente decide che è giunto il momento di andare a trovare il figlio, e si procura i biglietti per Parigi. Lo spunto, come si vede, non è originalissimo; ma la regista Julie Bertuccelli (già documentarista e poi assistente di Ioseliani) lo utilizza come un semplice canovaccio per raccontare in prima battuta le dinamiche di una famiglia di sole donne, e poi soprattutto un buffo e desolato ritratto della Repubblica ex sovietica, sospesa tra desiderio di fuga, paradossali nostalgie e disperazione quotidiana. Forse il premio della Settimana della Critica e la Caméra d’Or all’ultimo Festival di Cannes erano un po’ troppo, ma la simpatia di questo piccolo esordio è innegabile. Più che nella costruzione o nell’intensità dello stile (senza grandi voli, con un occhio al maestro Ioseliani, ma più vendibile e astuto), la regista si fa apprezzare per la direzione degli attori e per l’intuito con cui sceglie di raccontare la storia dal punto di vista spaesato della donna più giovane della famiglia, Ada (Dinara Drukarova). Quel che lei e la regista vedono è un territorio transnazionale di migranti e di non-luoghi, in cui anche Parigi appare di straforo, senza brillare, e popolata soprattutto di immigrati, mentre il passato serve a ben poco per orientarsi (i libri francesi degli avi vengono venduti all’asta). Menzione speciale per la nonna stalinista e cocciuta, che sembra una versione in carne e ossa della Madame Souza di Appuntamento a Belleville; anche se ci sarebbe piaciuto ascoltarla in lingua originale.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 51 del 2003

Autore: Emiliano Morreale

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