Regia di Robert Hampton vedi scheda film
Uno dei migliori gotici italiani - in realtà un giallo ispirato a "I diabolici" (1955) di Georges Clouzot - diretto con classe da Riccardo Freda. Nonostante il nome del protagonista, non esiste alcuna relazione con l'altrettanto bello L'orribile segreto del dott. Hichcock (1962).
Scozia, 1910. Il dott. John Hichcock (Elio Jotta) vive con tormento la grave malattia che lo sta divorando, accudito dalla moglie Margaret (Barbara Steele) e dalla fedele governante Catherine (Harriet Medin). Il medico curante, il dott. Charles Livingstone (Peter Baldwin), sperimenta su di lui una cura innovativa che prevede l'iniezione di sostanze velenose, seguite a breve intervallo di tempo dalla somministrazione di un antidoto. Appassionato di occultismo, Hichcock pratica sedute spiritiche nella speranza di avere la certezza che qualcosa, dopo la morte, possa sopravvivere al corpo. Ma è anche un uomo ricco e presto la sua condizione di precaria salute allontana la moglie, che stringe una segreta relazione sentimentale con il più giovane dott. Livingstone. Margaret, decisa ad entrare in possesso dell'eredità in qualità di coniuge, spinge l'amante al delitto suggerendo di non utilizzare l'antidoto dopo aver avvelenato il marito. La morte di Hichcock, attesa per via del suo cagionevole stato di salute, non desta sospetto. Dopo il funerale l'avvocato testamentario annuncia la spartizione dell'eredità: i gioielli di famiglia, rinchiusi in una cassaforte, andranno divisi tra Margaret e in maggior parte - per beneficenza - il pastore Owens (Umberto Raho). Alla ricerca della chiave per accedere alla cassaforte, Margaret e Livingstone iniziano ad essere testimoni di manifestazioni paranormali che sembrano confermare la presenza, nella casa, dello spettro di Hichcock.
"Sappi quindi che il corpo astrale rimarrà saldamente legato al corpo terrestre e talvolta si materializzerà in tal modo, assumendo la stessa sembianza della persona morta, in modo che sembrerà veramente vivo e tuttavia incorporeo."
(Dagli appunti del dott. Hichcock)
Lo spettro: Barbara Steele ed Elio Jotta
Assieme a L'orribile segreto del dott. Hichcock il migliore film di Riccardo Freda, che nasce sulla base di un soggetto striminzito ed essenziale, ma ben sviluppato in sceneggiatura dallo stesso Freda e da Oreste Biancoli. Si dice - dichiarazioni del regista - essere stato girato in soli dodici giorni [1] ma il risultato, da un punto di vista grafico, ha del miracoloso. Benché presente un altro protagonista con il nome di Hichcock e sia nuovamente sul set anche Barbara Steele, Lo spettro non ha nulla a che vedere con il precedente film. Diversa è l'ambientazione, diversi sono i personaggi e decisamente la pellicola appare molto più pessimista e tragica nello sviluppo, arrivando ad un finale nichilista e tra i più "cattivi" all'epoca mai pensati e girati. Gran parte del merito per l'ottimo aspetto estetico del film è da attribuire a Raffaele Masciocchi (accreditato come Donald Green), direttore della fotografia e cineoperatore che ha contribuito a valorizzare gli ambienti (è stato girato quasi tutto in interni) facendo risaltare i colori, particolarmente intensi e adatti a rendere visionarie e altamente suggestive le sequenze più forti (il recupero della chiave nella cripta o l'ultimo indimenticabile quarto d'ora). Per accumulo di orrori, anche espliciti considerato l'anno di realizzazione (1963), Lo spettro non sarebbe sicuramente dispiaciuto ad Edgar Allan Poe, trattando in buona sintesi di una storia che sembrerebbe essere uscita dalla sua stessa penna. Stranamente il film non è mai stato trasmesso in televisione ed è merito della A&R se ha potuto circolare finalmente in dvd in una versione di buona qualità audio e video (salvo trascurabili difetti tipo sputinature o graffi dovuti all'usura del master originale).
Lo spettro: fotobusta
[1] Riccardo Freda sul film
"E' nato per sfruttare il successo del precedente (L'orribile segreto del dottor Hichcock, n.d.r.). Ho scritto la sceneggiatura di botto, in un giorno. In dodici giorni l'ho girato, eppure ne sono molto soddisfatto. Anche Barbara Steele è stata ottima con me: un vero agnello."
(Dichiarazioni rilasciate all'epoca dell'uscita nelle sale a Luigi Cozzi, ristampate nel libro Horror made in Italy e su Riccardo Freda - L'esteta dell'emozione, Profondo rosso edizioni)
Lo spettro: Barbara Steele
"Il movimento dell'ereditare si situa sul bordo tra la memoria e l'oblio, tra la fedeltà e il tradimento, tra l'appartenenza e l'erranza, tra la filiazione e la separazione. Non l'uno contro l'altro, ma l'uno nell'altro, l'uno avvitato nel legno duro dell'altro."
(Massimo Recalcati)
Trailer
F.P. 16/12/2021 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 94'54")
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