Regia di Stelvio Massi vedi scheda film
Due amici motociclisti, uno dei quali appartenente alle forze di polizia, piuttosto portati per il pericolo e per le sfide, ed accomunati pure da una passione per le belle donne, si rincontreranno per partecipare ad una pericolosa gara di motocross e, nel prender parte agli allenamenti, dovranno anche fronteggiare il losco sottobosco criminale che sta insediato all'interno dell'organizzazione della manifestazione.
Da uno dei registi più rappresentativi del poliziottesco italiano anni '70, Stelvio Massi, Speed Cross ne rappresenta una variante tardiva con cui il cineasta, avvalendosi di una sceneggiatura scritta con la collaborazione di Steno, tenta di rivitalizzare un genere giunto, ad inizio anni '80, ad un capolinea ormai inequivocabile.
Ambientato curiosamente in una piccola città austriaca, anche se di fatto girato nei dintorni di Bressanone, Speed Cross si mantiene su una sceneggiatura di fatto piuttosto grossolana che alterna la caccia (svogliata) alla organizzazione criminale, alle prodezze motociclistiche, appannaggio di stuntmen a loro modo professionali.
Un Fabio Testi sornione e piacione e Vittorio Mezzogiorno col vistoso accento meridionale, si crogiolano in questo superficiale contesto, contorniati da personaggi stereotipati come la bellona di turno (una Daniela Poggi inquadrata soprattutto dal di dietro, e non senza giustificate motivazioni, liquidata in fretta e furia), la prostituta con tanto cuore (la interpreta la brava, ma qui stereotipata sino all'inverosimile, Lia Tanzi).
Datato e fuori tempo massimo più di un contemporaneo poliziottesco di media fattura, Speed Cross non riesce più a suscitare interesse nemmeno come specchio vintage ma di fatto abbastanza verosimile di tempi ormai lontani ed irrimediabilmente andati.
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