Regia di Stelvio Massi vedi scheda film
Divisi dall'amore per la stessa ragazza, ma accomunati dalla passione per il proprio sport e mestiere, due motociclisti si trovano invischiati loro malgrado nel mondo delle scommesse organizzate dalla malavita. Non esiteranno a fare squadra, per una volta.
Stelvio Massi, già direttore della fotografia, trovò quasi subito la sua strada come regista nel poliziottesco, genere per il quale è ricordato tuttora; Speed cross, uscito nel 1980, è un semplice tentativo di variare lo sfondo per mettere in scena la solita, vecchia storia di delinquenza organizzata e buoni dagli alti valori morali chiamati a combattere una lotta senza quartiere per ripristinare la legalità. A giudicare dall'immediata realizzazione di uno Speed driver con medesimo protagonista (Fabio Testi), viene da pensare che questa pellicola sia stata premiata sufficientemente al botteghino; nulla di strano, dati i tempi, ma Speed cross rimane in ogni caso un prodottino grossolano dalla trama blanda (sceneggiatura di Lucio De Caro, Sergio Patou e Steno: in qualcosina di più si poteva sperare), con una salva di scene d'azione a riempire i vuoti logici e dotato di un cast non eccelso, che vede il pur bravo Vittorio Mezzogiorno confinato in una parte scritta in modo grezzo, il discutibile Fabio Testi nel ruolo centrale e, in parti laterali, anche Daniela Poggi e Jacques Herlin; Massimo Ghini, agli esordi, compare fra gli interpreti minori. Musiche non disprezzabili di Toto Torquati, pianista e turnista abbastanza noto. Di film sul motociclismo ne sono stati fatti pochi in Italia e sempre con esiti poco confortanti; purtroppo Speed cross non fa che peggiorare la già bassa media in questione. 2/10.
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