Regia di Takashi Shimizu vedi scheda film
ju on è uno dei film che più mi hanno dato la sensazione di terrifico in questi ultimi periodi. di certo non me l'ha dato il remake di L'ALBA DEI MORTI VIVENTI. di certo me l'ha ritrasmessa un classico della paura come THE HAUNTING. si vede sempre troppo poco horror orientale, nonostante i vari festival e la moda che va dietro loro dopo i vari remake hollywoodiani. del resto ho letto che raimi ha in cantiere di produrre il remake di JU ON. insieme ai film di nakata, che io non considero horror poichè non mi hanno trasmesso paura, sono film d'ambiente. film che ti cullano come musica di sottofondo per farti entrare in un mondo parallelo, che rasenta la realtà ma non la incontra mai. se c'è una cosa che mi piace è che l'inspiegabile affonda la radici nel reale, nella routine, nella casa, nell'ambito familiare. tutto ha origine dal caldo abbraccio di un nucleo familiare. da qui l'orrore di una maledizione assassina che non avrà mai fine. chi ne viene in contatto è destinato a diventare folle fino a morirne. una volta che vedi e sai sei contagiato e muori dalla disperazione. la morte per te, contagiato, è la sola via di fuga da quel disgustoso terrore. non ci sono manieri gotici come negli horror cormaniani o negli spaghetti horror anni 60. un appartamentino in una zona residenziale che sembra molto tranquilla e carina. dove regnano case basse circondate da un piccolo ma folto giardino. una piccola casetta in un piccolo boschetto, dove la gente trova la morte. non si crede più alle maledizioni, nonostante i tantissimi spiriti, e quando si comincia a temere le quattro mura è troppo tardi. la tua ora è giunta. entri a far parte di una carnevalesca giostra di corpi umani mutati mostruosamente dalla pazzia che li uccisi come nel terrifico POINT OF NO RETURN di anderson, come una legione lovecraftiana e aspetti il prossimo incauto umano che troppo si avvicina.
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