Regia di Marcello Pagliero vedi scheda film
Una notte a Roma poco dopo la liberazione: un uomo tenta il suicidio per amore della donna che lo ha tradito, un ladro filosofo lo salva, una brava ragazza senza un soldo finge di essere una prostituta. Tre storie elementari per tre personaggi senza nome che attraversano una città popolata da trafficoni, soldati americani, poveri diavoli e un signore distinto che ha perso la memoria: sono ancora ben percepibili i segni dello sfacelo morale e materiale prodotto dalla guerra, ma si intravedono i vaghi segni della rinascita. È un film che mostra bene come dal cuore stesso del neorealismo sia scaturita la sua variante rosa, e perciò lo apprezzo: le situazioni sono serie e potenzialmente anche tragiche, ma i bislacchi protagonisti le sdrammatizzano con le loro avventure picaresche e, in un finale che nel suo piccolo sembra anticipare (perché no?) Il tesoro della Sierra Madre, si liberano simbolicamente del fardello del recente passato per ripartire da zero. Forse non è molto elegante il titolo, che sfrutta troppo palesemente la scia di Roma città aperta (in cui il regista Marcello Pagliero aveva recitato): tutto sommato è più consono al contenuto il sardonico titolo alternativo, La notte porta consiglio.
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