Regia di Guy Green vedi scheda film
Una ragazza, diventata cieca per colpa della madre irresponsabile (una laidissima Shelley Winters, premiata con l’Oscar) e costretta a infilare collane di perline in una panchina di Central Park, trova un po’ di conforto (“uno squarcio di cielo”, come recita il titolo originale) nella conoscenza di un nero (Sidney Poitier, in uno dei suoi consueti ruoli rassicuranti), di cui ovviamente lei all’inizio ignora il colore della pelle: crede di innamorarsene, ma lui le fa capire che ha solo bisogno di una vita diversa e la aiuta a rendersi autonoma da una famiglia opprimente. Meno strappalacrime di quanto faccia pensare la trama, il film evita saggiamente lo sbocco sentimentale (che nel 1965 non poteva ancora essere digerito dal pubblico americano) e dà il suo piccolo contributo alla progressiva evoluzione delle idee comuni in atto in quegli anni. La protagonista Elizabeth Hartman, qui al suo esordio e poi vista anche in Buttati Bernardo! di Coppola, si suicidò nel 1987, a 44 anni, dopo una lunga depressione.
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