Regia di Sacha Guitry vedi scheda film
Imperdibili i suoi titoli di testa che anche qui sono molto originali: un uomo rigira delle carte da gioco e si compone la scritta ‘LE ROMAN D’ UN TRICHEUR’, poi la voce narrante (credo sia di Guitry) ci presenta le maestranze e gli attori che hanno contribuito alla realizzazione del film e continua a commentare quello che vediamo sullo schermo...
Permettetemi... Parigi 13/11/2015 "Je suis français!"
“Un film in prima persona e che persona!” dice il Sadoul a proposito di ‘Il Romanzo di un Baro’...come non essere d’accordo! La persona è Sacha Guitry (1885 – 1957), viveur, commediografo, regista, sceneggiatore e attore francese (ma nato in Russia) famoso anche per le sue frasi celebri e aforismi (‘se quelli che dicono male di me sapessero quel che penso di loro, direbbero peggio!’). Narratore scanzonato e paradossale, fine osservatore capace di ingegnose trovate, scrisse un centinaio di commedie (e dai francesi fu definito ‘il nuovo Molière’), poi nel cinema vide un mezzo per riproporle e arricchirle quindi diresse con grazia, spigliatezza e una capacità innovativa per la quale lo si potrebbe quasi definire l’ Orson Welles francese (che l’onorò comparendo in un paio dei suoi film), una trentina di brillanti pellicole, delle quali meno della metà, in un modo o nell’altro, sono state (poco) viste in Italia, come Le perle della corona (1937), Erano nove celibi (1939), Ho ucciso mia moglie (1951), La vita di un onest'uomo (1953), Napoleone Bonaparte (1955). Recitò spesso nei suoi film e, scatenato trasformista, in alcuni anche in più parti.
Imperdibili i suoi titoli di testa che anche qui sono molto originali: un uomo rigira delle carte da gioco e si compone la scritta ‘LE ROMAN D’ UN TRICHEUR’, poi la voce narrante (credo sia di Guitry) ci presenta le maestranze e gli attori che hanno contribuito alla realizzazione del film e continua a commentare quello che vediamo sullo schermo perché, quasi come fosse un film muto, per buona parte del film gli attori non parlano!
Un elegante uomo di mezza età scrive le sue memorie sulla terrazza di un caffè parigino perché è arrivato alla conclusione che la disonestà rende più dell’ onestà. Infatti da ragazzo sopravvisse alla morte per avvelenamento di tutti i componenti della sua numerosa famiglia perché sorpreso a rubare e per punizione gli fu vietato di mangiare i funghi serviti a cena. Rimasto solo venne adottato da un parente che lo derubò dell’eredità dandogli in cambio un tozzo di pane. Scappò e si mantenne facendo umili mestieri: dal facchino al ragazzo dell’ascensore negli alberghi della Costa Azzurra (non tralasciando di soddisfare le voglie di qualche anziana contessa) al croupier a Montecarlo, fino a diventare un ricco baro professionista dalle tante avventure anche con la complicità di colleghe-amanti. Ma uno ‘sventurato’ giorno un fatto sopraggiunto gli fece ritrovare l’onestà e inesorabilmente, in pochi giorni, perse tutto quello che aveva guadagnato in tanti anni di disonesto lavoro.
Piacevolissimo film dal ritmo veloce (nonostante sia del 1936) tratto dal romanzo dello stesso Guitry ‘Le Memorie di un Baro’.
Ringrazio Rai 3 che, seppure in piena notte e in lingua originale con i sottotitoli, è l’unica rete televisiva che omaggia ogni tanto questo bravo ma poco conosciuto regista. Peccato che (mi pare) in DVD non esista né questo né altri film dello stesso autore decisamente snobbato dai produttori di tale supporto. Speriamo che in seguito qualcuno riempia questa mancanza... ma mi sa che non è più il tempo dei DVD... tutto è in continua trasformazione!
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