Regia di Sacha Guitry vedi scheda film
sacha guitry ci presenta i collaboratori del suo nuovo film fungendo da titolo di testa vivente, prima di lasciare campo ad un grande michel simon mattatore e agli altri grandi commedianti francesi che recitano in questo splendido film. guitry non appare ma si fa sentire in tutto il suo appuntito acume contro la provincia(pauline carton all'inizio, dal farmacista(georges bever) prendendo il registro delle medicine vendute sa fare un'analisi dei suoi compaesani dai medicamenti che prendono e poi finisce dicendo che la provincia si riconosce da un 30% di persone che evacuano senza problemi e da un 70% di costipati), e i paesani che si recano dal curato per avere consigli su come poter portare turisti nel paesello un pò messo da parte dalla grande arteria stradale di recente costruzione, fino a suggerirgli di utilizzare la figlia poco sveglia di una di loro per creare un "caso lisieux", tant'è che il curato si alza indignato e compassionevole una volta fattili uscire e tornare alle loro mansioni giornaliere, con la perpetua scandalizzata li scusa dicendo che: "sono solo fedeli". perfido nei confronti della chiesa grazie al personaggio appositamente creato del curato, interpretato senza nemmeno star qua a dirlo, in modo egregio da albert duvaleix, che gli mette in bocca e nelle condizioni di recitare alcune tra le battute migliori del film come quella suddetta oppure quando la perpetua(luce fabiole) parla della moglie(germaine reuver) di braconnier(simon)dicendo che se le avesse dato qualche bastonata ogni tanto non sarebbero mai arrivati ad odiarsi. il curato la rimprovera di ciò che appena detto rimbeccandola: "e se suo marito defunto l'avesse fatto con lei?" al che la perpetua con compassata acidità risponde: "ma è appunto per questo che lo auguro alle altre", allora il curato alza gli occhi al cielo(un pò alla don camillo) e aggiunge: "carità cristiana, questa è colpa tua". non risparmia ovviamente l'esimio ordine degli avvocati impersonato da aubanel(jean debucourt)che festeggia la sua centesima assoluzione(di criminali colpevoli)facendo una intervista alla radio che fa scompiglio anche tra il procuratore(jacques varennes visto giusto ier sera nel film di siodmak) e ai piani alti, ma soprattutto nei pensieri di braconnier. guitry in ottanta minuti si sbizzarrisce e infarcisce a tal punto la sua sceneggiatura e il suo film da farcene almeno tre. mirabile la parte in cui braconnier si reca da aubanel praticamente per farsi consigliare, a sua insaputa, come condurre il proprio omicidio senza commettere inutili errori, ma anche dopo al processo quando praticamente il processo lo conduce lui e azzittisce in più di un'occasione i giudici, congratulandosi con aubanel perchè difatti l'omicidio gli ha arguito l'intelligenza. i giudici shockati giustamente dalla mancanza di pietà o rimorso per l'omicidio della moglie, sono però rimproverati dalla loro stessa mancanza di pietà o rimorso nel voler mandare lui al patibolo, quando avrebbero ben potuto ammazzargliela loro ufficialmente prima che lei tentasse di avvelenarlo o che lui agisse per difendersi da un tentato omicidio di cui lui non sapeva nulla. insomma una ronde strepitosa di un guitry all'ennesima potenza e di qualità recitativa francofona esemplare. se uccidi un padre sei un parricida; se uccidi un bambino sei un infanticida se uccidi una donna, sei vedovo!!! voilà e tutto questo detto dall'innocente vocina di un bimbo. come si possa stare senza aver visto un film di sacha guitry, mi risulta ora se non insopportabile, di sicuro più triste e grigia. del resto quando al parroco che recita le sue preghiere accanto al corpo della donna morta viene chiesto cosa sta dicendo, questo risponde: "nulla". buona visione!!!
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