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La sparatoria

Regia di Monte Hellman vedi scheda film

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La recensione su La sparatoria

di cheftony
7 stelle

Fine del XIX secolo, deserto dello Utah: il minatore ed ex-cacciatore di taglie Willett Gashade (Warren Oates) fa ritorno al suo accampamento dopo qualche giorno di assenza e vi trova solo l'impaurito e stupidotto Coley (Will Hutchins), dal quale si fa raccontare, non senza qualche difficoltà, cos'è successo.

Stando alla testimonianza di Coley, Coin Gashade, il fratello di Will, qualche sera prima ha inspiegabilmente ucciso un uomo e un bambino provenienti da una zona limitrofa per poi fuggire a cavallo. Poco dopo, il povero Leland Drum è morto sotto i colpi di pistola sparati a distanza da un ignoto avventore, lasciando così solo Coley nell'accampamento.

Appena terminato il racconto, i due scorgono l'arrivo di una giovane e misteriosa donna (Millie Perkins) che non rivela il suo nome per far posto solo al suo intento: farsi guidare da Gashade in direzione di Kingsley. Risoluta, ambigua e irrispettosa, la donna non solo riesce a convincere Gashade e a far invaghire di sé il povero Coley, ma riesce anche a far seguire a distanza l'intera spedizione da un feroce pistolero, tale Billy Spear (Jack Nicholson). Quando costui esce allo scoperto, la tensione diventa insostenibile e si dovrà mettere mano alle colt...

 

 

 

 

Film a basso costo del 1966, “La sparatoria” è un western a dir poco atipico, che sembra voler già segnare la morte del genere per trasformarlo in qualcos'altro, tant'è vero che solo location e natura dei personaggi sono quelli canonici del western. Per il resto si segnala per essere un sottile prototipo di thriller psicologico, ricco com'è di silenzi, attese, dialoghi striminziti e mistero, con una colonna sonora che rafforza la suspense nonostante sia contenuta a brevi momenti.

L'attesa sparatoria del titolo si ha solo in un finale che, seppur un filino precipitoso, va a devastare la fin lì perfetta linearità con inquadrature e ralenti ben calibrati e che rimane tutt'oggi un enigma.

Al tempo il film è passato piuttosto sotto traccia, ma d'altronde si trattava di una piccola co-produzione fra il mestierante regista (poi divenuto di culto) Monte Hellman e l'ancora emergente Jack Nicholson, il cui marchio di fabbrica recitativo era già quell'insolente ghigno con cui “dipinge” anche il personaggio di Billy Spear. “La sparatoria” costituiva già la terza collaborazione fra i due e, pressoché in contemporanea, girarono un altro western, “Le colline blu”.

Solo a tratti soddisfacente sul piano visivo, il lavoro di Hellman può contare comunque sulla sceneggiatura firmata da Carole Eastman e su interpreti più che buoni (perfetto Warren Oates nei panni del combattuto Gashade), in grado di far crescere la tensione nonostante la trama segua uno schema piuttosto classico, fino a condurre al già citato finale.

La sparatoria” è un prodotto che, nel suo piccolo, ha la sua forza nell'originalità e nell'essenzialità, fondamentalmente apprezzabili anche da chi, come il sottoscritto, è praticamente profano del western.

 

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