Regia di Luigi Faccini vedi scheda film
Il giovane Alessio cresce durante il fascismo, perde l'amata Giovanna e, trascinato da un amico, comincia a simpatizzare per il Duce.
Un romanzo di formazione sentimentale e intellettuale ambientato in epoca fascista: è Il garofano rosso di Elio Vittorini, dal quale Luigi Faccini, con una sceneggiatura scritta insieme a Pietro Del Bosco, ha tratto questa pellicola, la sua prima come regista. Faccini, giornalista e critico cinematografico, aveva già lavorato in tv (per la Rai, chiaramente) e, dopo aver fondato la Filmcoop, grazie a essa esordisce dietro la macchina da presa, pur pentendosene subito: perchè Il garofano rosso è stata una seconda scelta, avendo ricevuto risposte dubbiose dai distributori sulla possibilità di trasporre sullo schermo, sempre da Vittorini, Le donne di Messina. Il lavoro è comunque compiuto con sufficiente cura e anche il budget sembra consono all'operazione; in definitiva però il film è scialbo, poco incisivo dal punto di vista meramente narrativo e i suoi personaggi non sembrano definiti psicologicamente al meglio. Il titolo si ricorda però per essere stata una delle prime occasioni da attore per il giovanissimo Miguel Bosè, neppure ventenne, qui impiegato nel ruolo centrale dell'opera; al suo fianco, fra gli altri, compaiono Elsa Martinelli, Isa Barzizza, Giuseppe Atanasio e Carlo Cabrini. Fotografia di Arturo, figlio di Cesare, Zavattini; Faccini proseguirà la sua carriera registica con rari e semianonimi titoli per i successivi quarant'anni. 4/10.
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