Regia di Catherine Hardwicke vedi scheda film
Tracy ha tredici anni, una famiglia sfasciata con una madre ex alcolista buona come il pane e un fratello perbene. Fa amicizia con Evie Zamore, la più “fica” della scuola, che si installa a casa sua. Evie è davvero una bad girl, già tutta sesso e droga, e Tracy la segue ben presto, trovandosi sempre più a disagio in famiglia e a scuola. Il film è stato cosceneggiato dalla tredicenne Nikki Reed, che interpreta Evie, e diretto dall’esordiente Catherine Hardwicke, vincendo vari premi dal Sundance a Locarno. In realtà, la vicenda è scritta e messa in scena con astuzia consumata, secondo le tacite regole del cinema indipendente americano recente, e i suoi pregi sono di tenuta narrativa più che di freschezza. Se la regia ha occhio nel seguire le ragazzine, non rinuncia ad alcune volgarità e scorciatoie (fin dalla scelta di una fotografia molto cool). Più che le adolescenti, nel film si racconta in realtà lo squallore di famiglie dell’infima borghesia, il “white trash”, in modo non nuovissimo ma comunque impressionante. Mentre la ragazza cattiva è bruna come da tradizione letteraria nordamericana, la protagonista è bionda (l’attrice viene dalle sitcom). Holly Hunter fa la mamma con un paio di scene madri di vecchia scuola Actor’s Studio.
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