Regia di Catherine Hardwicke vedi scheda film
Con una regia tra il videoclip e il dossier televisivo, un film che ti coinvolge, anche se certi aspetti della tua adolescenza gli hai solo sfiorati. Non credo alle cattive opinioni sul film. Le rispetto. Ma non ci credo. Sono un cultore del genere che definisco "malato", da dividersi poi nel "malato allucinato" (Spider, Paura e Delirio.., Amores Perros, 28 Giorni dopo, ecc),e nel "malato generazionale" (Ken Park, Y tu Mamà Tambien, Body Shots, ecc..). Il film della Hardwicke, che appartiene al secondo sottogenere, m'è piaciuto in modo particolare.
Grazie ad una Holly Hunter da Oscar (o forse l'oscar sarebbe un'offesa?), non puoi non sentire l'irritante carattere delle due "troiette" corromperti la pelle e il cuore! Le vorresti prendere a sberle, ma ti fermi quando ti fanno sorridere. E riescono a farlo perchè anche tu ci sei passato...
Se non fosse per il fratello di lei, il buon Mason (un bravo ed efficace Brady Corbet), il film mi sarebbe solo sfiorato addosso. Forse attraverso i suoi occhi e a tutto il suo sguardo innocente (identico a quello di un amico a cui voglio un mondo di bene), son riuscito a tradurre l'instabilità domestica di quella casa, o "buco di merda", nel gesto spietato e disperato di voglia di normalità. Un'invocazione che si sente urlare più dal fratello-spettatore, che dalla trasgressiva sorella Tracy.
Il finale è emblematico: lei che gira veloce in tondo ed urla. Che siano le due caratteristiche di una giovinezza vera? Velocità e rabbia? Non so. Ma mi viene in mente un aneddoto che coinvolge uno dei miei miti musicali... Quando nei '60 scese a Roma a lavorare nei club, tipo Pieper, il proprietario le chiese come si chiamasse, e lei rispose Nicoletta Strampelli. Lui le disse "Da oggi ti chiamerai Patty Pravo: un nome corto, veloce, come la vita dei giovani".
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta