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Gioco pericoloso

Regia di Lucio Pellegrini vedi scheda film

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La recensione su Gioco pericoloso

di ilpanda
4 stelle

Sono abbastanza contento finora di questa stagione cinematografica in sala (dall’estate ad oggi): ho visto parecchie cose belle, alcune approdate da Venezia o premiate agli Oscar (così a memoria mi vengono in mente Il ragazzo dai pantaloni rosa, Il Corpo, Giurato#2, L’uomo nel bosco, l’incantevole Città d’asfalto, Io sono ancora qui, Anora…). Poi però il cinema è così, ogni tanto incappi nella ciofèca, credo sia inevitabile, succede a tutti (no?), dove per ciofèca (citiamo l’enciclopedia) si intende “una bevanda dal sapore cattivo, in particolare succedaneo del caffè, per estensione schifezza, cosa di scarsa qualità”. “Gioco pericoloso” a mio parere è decisamente una ciofèca (la ciofèca dell’anno?).

 

Durante una mostra d’arte uno scrittore di successo, ma in temporanea crisi d’ispirazione, Carlo Paris, incontra un giovane artista scapestrato, Peter Drago, ed entra con lui in confidenza. Tant’è che i due raggiungono un locale nascosto nel seminterrato di un negozio pachistano per bere e fumare insieme. Il giorno seguente i due si rivedono nella bella villa a Sabaudia dello scrittore, che visto l’arrivo di un forte temporale non esita a far restare lì il ragazzo anche per sera e notte. La moglie di Carlo, Giada, ballerina a fine carriera, fin da subito sembra contrariata. E dopo poco scopriremo che lei già lo conosceva e che tra di loro ci sono delle situazioni in sospeso.

 

Non vado oltre con la trama, tanto letteralmente entro mezz’ora si svela che i due si erano frequentati, e il film vira su una sparizione avvenuta anni fa di una ragazza che viveva nella villa lì vicino di cui Peter racconta a Carlo, offrendogli lo spunto per un nuovo romanzo. Tutti sono coinvolti.

 

La pioggia incessante, la villa semideserta, l’omicidio che riaffiora dal passato sono elementi imposti forzatamente per creare la tensione, così come lo scenario artistico, balletti torbidi e opere macabre, ma il regista non riesce ad accenderla neanche un secondo per sbaglio. Perché non ha le idee chiare su dove andare a parare, vira completamente a caso, gira di qua e di là e lascia tutto interrotto, stonato o senza risposta. Perché se tra Peter e Carlo per mezz’ora ci sembra ci sia intesa anche intima subito la prima scena nella villa è di Carlo che scopa la moglie? Che senso ha la scena delle foto ai genitori di Peter nudi sul letto il cui rapporto con il protagonista non viene minimamente approfondito? Cosa centrano? Perché ci sono dei critici d’arte a cena da Carlo che fa lo scrittore? E potrei proseguire per cinquanta righe.

 

Non c’è risposta, ovviamente. Questo film è una raccolta senza precedenti di svarioni, insulsaggini, incongruenze come difficilmente ho visto. C’è chi l’ha catalogato come “thriller erotico” e anche lì mi chiedo pure dove stia la parte erotica, a meno che per quello basti una scena in cui si vedono le tette di Elodie mentre piange sotto la doccia. Eppure c’era un triangolo potenzialmente interessante proprio con Elodie in mezzo tra Eduardo Scarpetta e Adriano Giannini che un po’ di ispirazione al regista la doveva creare. Niente, erotismo meno di zero. C’era più erotismo ne “Il macellaio” con Alba Parietti, giuro, e più giallo in “Spiando Marina” con Deborah Caprioglio.

 

Mai i risultati al botteghino furono più coerenti, però, e nonostante un discreto numero di sale già nel primo weekend (250 circa mi pare) parte malissimo negli incassi. Ovviamente escludo categoricamente un recupero con il passaparola. Voto (da 1 a 10): 4,5.

 

Elodie

Gioco pericoloso (2025): Elodie

 

Adriano Giannini, Elodie

Gioco pericoloso (2025): Adriano Giannini, Elodie

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