Regia di Chris Marker vedi scheda film
Insolito, inquietante cortometraggio di 28 minuti di fantascienza, girato nel periodo della Guerra Fredda, in cui Chris Marker ci propone un'allegoria della condizione umana e della finitezza dell'uomo. È un film che può essere definito geniale perché ha il coraggio di proporre una visione davvero originale e fuori dagli schemi: un viaggio a ritroso nella memoria in cui non si può non avvertire un'eco del cinema di Resnais, con cui Marker aveva anche lavorato nel documentario "Les statues meurent aussi" come co-regista. Marker utilizza un linguaggio che in apparenza potrebbe sembrare anti-cinematografico, con un utilizzo esclusivo del fotogramma fisso collegato da dissolvenze incrociate e dalla voce fuori campo, ma rimane un'opera di fortissima suggestione e di potente lirismo, ideale corrispettivo cinematografico degli incubi di Orwell, un viaggio nel tempo alla ricerca del segreto dell'emozione che costruisce la nostra identità, un film che anche nella messa in scena e nel "sound design" è curatissimo e di magistrale scatto visionario. L'unico momento in cui assistiamo ad una ripresa cinematografica, con il risveglio della donna che sbatte le palpebre, risulta indimenticabile a causa della sua unicità in un film che può permettersi il lusso di creare un linguaggio ad hoc, in linea con le esigenze espressive del regista. Le musiche di Trevor Duncan sottolineano in maniera sobria e mesta il calvario esistenziale del protagonista e la sua angoscia nel dover affrontare viaggi nel tempo che lo porteranno alla realizzazione finale, da non rivelare.
Voto 10/10
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