Regia di Luciano Odorisio vedi scheda film
Premiato a Venezia come miglior opera prima, questo Sciopèn non è affatto l'opera prima di Odorisio, giù autore nel 1979 di L'educatore autorizzato. Ma tant'è. Si tratta ad ogni modo di una modesta commedia sugli altrettanto modesti limiti della provincia, in quanto tale cronologicamente solo l'ultima di una lunga serie di lavori simili. Accanto a una serie di buoni/ottimi volti (Michele Placido, Giuliana De Sio, Adalberto Maria Merli) compaiono anche attori di nessun risalto e dalla recitazione purtroppo traballante; la storia si disperde ampiamente negli oltre cento minuti di durata della pellicola, suscitando il pensiero che un'accorciatina alla sceneggiatura (firmata dal regista stesso) non sarebbe stata poi un'idea così selvaggia. Le piccolezze delle piccole persone della piccola città di provincia non sono certo una grande novità; quantomeno Odorisio ha la mano abbastanza leggera per non cadere in volgarità o eccessivi stereotipi. Il regista aveva all'epoca quarant'anni e proveniva da esperienze come aiuto regista, fra gli altri, di Francesco Rosi, Marco Ferreri e dei fratelli Taviani. A San Sebastian premiato proprio per la regia. 5/10.
Due musicisti si sfidano per ottenere la direzione della nascente orchestra della città di Chieti: uno è sempre rimasto in città, mentre l'altro è andato a Milano, anni prima, in cerca di fortuna. La sotterranea competizione sfocia in aperta rivalità.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta