Regia di Fluid Video Crew vedi scheda film
Un docu-western salentino, anche se gli autori ci tengono a precisare che non si tratta di un film sul Salento. Piuttosto: un lungo viaggio là, dove la terra scotta, zona di frontiera, estrema Italia del Sud Est, percezioni polverose e mitiche da pellicole affollate o disabitate di cowboy e indiani. Per rimanere subito affascinati dalla sana follia che attraversa questa vitale esperienza audiovisuale, basterebbero le “citazioni” colte e “incolte”, che il gruppo Fluid Video Crew (Davide Barletti, Edoardo Cicchetti, Lorenzo Conte, Mattia Mariani, tutti sui trent’anni) usa come viatico ideale: da Federico Fellini («Ma il mondo è troppo vecchio per saper riconoscere il nuovo nell’antico») a Carmelo Bene («Nasco in terra d’Otranto, nel sud del sud dei santi...») all’allenatore di calcio Eugenio Fascetti, per anni alla guida di Lecce e Bari («Non è una questione di marcatura a uomo o a zona, vince chi sa organizzare meglio il casino...). E così, galoppando su quegli strani trenini locali, fragile spina dorsale di un territorio dimenticato, groviglio di strade perdute e aritmie logistiche, l’”inchiesta” va e fa, fermandosi e ripartendo, incontrando poeti involontari e le loro le voci e i loro racconti, entrando nell’onirico barocco con i suoi stili, i suoi costumi e i suoi linguaggi. Venti personaggi in cerca d’amore, che smuovono e si muovono, “delirano” e impazzano. Dilatando e accorciando i tempi, facce, corpi, storie e paesaggi si abbracciano e si scambiano emozioni. Perché al Sud non tramonta mai il sole.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta