Regia di Dagur Kári vedi scheda film
La neve e il gelo di un villaggio dell’Islanda del Nord. Un ragazzo, Nói, l’outsider, bianco come il paesaggio intorno a lui, che vorrebbe scappare una volta per tutte da un paese che non gli offre nulla, e sogna il sole e l’oceano. Una ragazza, Iris, per la quale Nói prova simpatia e sussulti d’amore. L’impossibilità triste di una fuga. La necessità, forse, di un “sommovimento” definitivo, che smuova le cose e la vita. Strepitoso esordio di lande sconfinate e splendidamente (ancora) inconoscibili (è da qui che proviene il gruppo musicale Sigur Rós), un racconto di crescita e disillusione che coinvolge come non te lo aspetti. E se la storia in sé è già stata vista e detta migliaia di volte, Nói Albinói possiede un’immediatezza cristallina che è un grande pregio. Lo sguardo è di quelli che entrano nel cuore e scavano. Nói, come un alieno, si mimetizza con la terra, e come un alieno capisce che se ne deve staccare. Noi siamo con lui. Noi siamo Nói: per sempre, da sempre. L’attore Lemarquis è un volto che non si può dimenticare. Finale sconvolgente. Grande musica del gruppo del regista, Slowblow. Cinema semplicissimo, limpidissimo, bellissimo, accecante e caldo come il ghiaccio di una terra che ci piacerebbe rendere “nostra”. Se ne dovrebbe fare sempre più (e invece se ne fa sempre meno).
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