Regia di Dagur Kári vedi scheda film
Modesta e un po’ sopravvalutata operetta nordica, archetipo di un cinema “glocal” che fa leva su un paio di elementi di sicuro impatto: un protagonista empatico e una fotografia abilissima nel mettere in risalto la luce opaca di quelle sperdute latitudini. Per il resto la regia non vanta particolari momenti di grazia e personalità, assecondando semplicemente il mood malinconico dell’ambientazione ed arenandosi su banali sottolineature (tipo la musichetta messa lì apposta a punteggiare l’idillio sentimentale, o la cartolina balneare a significare la voglia di evasione). Il copione affastella i vari luoghi comuni dell’adolescenza inquieta ed annoiata, campando per aria un inopinato epilogo di premeditata crudeltà, dove la Morte viene annunciata da una serie di scontate premonizioni.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta