Regia di John Carpenter vedi scheda film
Pur con qualche didascalismo di troppo, "Essi vivono" è un film splendidamente polemico e dinamitardo, schietto e veemente, che grida all’anticonformismo e all’autonomia del pensiero, e che riflette perfettamente l’idea di cinema indipendente del suo geniale autore, da sempre in aperto contrasto con le istituzioni e con Hollywood. Geniale, voto 8
Secondo dei tre film realizzati da Carpenter sotto contratto con la Universal Pictures (gli altri due sono Il signore del male del 1987 e Avventure di un uomo invisibile del 1992), Essi vivono ripropone alcune delle tematiche più care all’autore, declinate stavolta con una formula simile a quella di Fuga da New York, ovvero un’estremizzazione della realtà attuale in chiave fantascientifica. A differenza di quest’ultimo, però, questo film presenta una componente politica molto più esplicita (forse anche troppo), che non è più solamente una metafora sottesa ma il vero e proprio motore della vicenda. Puntando sempre il dito contro l’edonismo senza freni che divampava nell’America reaganiana degli anni ‘80, Carpenter mette in scena la Los Angeles dell’epoca come una finta miniera d’oro, una gigantesca fonte di benessere dove c’è sempre una seconda opportunità per il successo e la prosperità. Ma, sotto una sceneggiata di tali proporzioni, si cela una velenosa e impercettibile operazione di propaganda, promossa attraverso i mass media, le riviste, i cartelloni pubblicitari, le televendite e i messaggi subliminali volti a indottrinare la popolazione, assicurandogli un posto nella società a condizione che i cittadini siano disposti, consciamente o meno, a omologarsi, a rinunciare a un pensiero autonomo e indipendente, ad accettare la deriva capitalista e consumista che sta prendendo il mondo pur di soddisfare i propri bisogni materiali. I fautori di tale operazione subdola e manipolatrice sono degli alieni (simboleggianti i capitalisti) provenienti da un altro pianeta, che si sono silenziosamente infiltrati sulla Terra per trarne profitto come degli esseri parassitari, occultati sotto un’apparenza normale e rispettabile. Se si accettano le regole, si può far finta di niente e trarre un presunto beneficio dall’ospitare questi individui, come sceglie inizialmente di agire Frank, l’operaio nero, convinto di essere al sicuro se disposto ad essere “innocuo”. Se invece si vogliono aprire gli occhi, se si vuole guardare la realtà in modo lucido e disilluso senza farsi ingannare dalle apparenze, si rischia di uscire dalle convenzioni imposte, e quindi di essere etichettati come folli terroristi dagli intenti pericolosamente rivoluzionari. Geniale, in questo senso, la metafora degli occhiali da sole, un autentico filtro che consente di leggere la realtà da un’altra prospettiva, quella che sfugge alla maggioranza delle persone proprio perché anestetizzate e ipnotizzate da tonnellate di fumo negli occhi. A completare il quadro, una raffigurazione per niente edificante delle forze dell’ordine, viste come burattini e servi del potere sporco e corrotto. Nonostante qualche didascalismo di troppo e qualche passaggio narrativo leggermente frettoloso, Essi vivono è un film splendidamente polemico e dinamitardo, schietto e veemente, che grida all’anticonformismo e all’autonomia del pensiero ma che, soprattutto, riflette perfettamente l’idea di cinema indipendente del suo geniale autore, da sempre in aperto contrasto con le istituzioni tanto quanto con l’establishment hollywoodiano. Inutile poi spendere troppe parole per l’inventiva al livello registico e il comparto tecnico, come sempre di alto livello. Voto 8
Curiosità: alla fine del film, vi è una citazione riguardante George A. Romero, altro regista contrario alle logiche dell’industria cinematografica.
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