Regia di Alan Johnson vedi scheda film
Mel Brooks (con la regia del fidato Alan Johnson e in compagnia della moglie Anne Bancroft) mette in scena un remake della splendida commedia Vogliamo vivere (1942) di Lubitsch (dettaglio che si perde nella versione italiana, distribuita con la traduzione letterale del titolo originale della pellicola, vale a dire To be or not to be). Operazione senz'altro riuscita, ma che mostra forse troppa devozione verso il grande regista di origine tedesca, senza perciò osare più di tanto nella riproposizione - ma, in fin dei conti, tanto meglio visto il coefficiente di difficoltà altissimo per l'operazione. Di nuovo comunque qualcosa c'è, ed è senz'altro l'humor ebraico di Brooks, che peraltro ben si adatta a una vicenda di perseguitati dal nazismo; il protagonista si toglie addirittura lo sfizio di impersonare (un finto) Adolf Hitler, chiaramente demenziale, in linea di continuità con quello tratteggiato nella potente satira lubitschiana. Ritmo altissimo, finale ben riuscito, gag inanellate con grande mestiere nel copione firmato da Ronny Graham e Thomas Meehan, naturalmente ispirato (anche qualcosa di più: in larga parte identico) a quello originale del 1942. In parti minori, fra gli altri, Christopher Lloyd e George Gaynes (Eric Lassard di Scuola di polizia). Nella sua autobiografia (Tutto su di me!), Brooks dichiarerà senza mezzi termini che la regia di questa pellicola è a tutti gli effetti sua. 7/10.
Disavventure di una compagnia teatrale polacca che, nel 1939, tenta in ogni modo di sfuggire ai nazisti invasori. Mascherandosi da ufficiali e ingannando la gestapo, gli attori riusciranno ad approdare in Inghilterra.
(Re-visione del 24/5/22)
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