Regia di Bigas Luna vedi scheda film
NOMEN OMEN? Già, poiché, a parte qualche eccezione, questa pellicola parrebbe confermare per il buon Bigas il suo status di “Luna” ( inteso come satellite) orbitante attorno ai più massicci “corpi celesti“ suoi conterranei, quali Almodovar, Amenabar e non solo.
Fortunatamente Omero e Virgilio dipartirono per altri orizzonti qualche anno prima risparmiandosi così le performances di Ulises (non quello di Penelope purtroppo), pur non potendo noi escludere che costui, con l’insistenza e la frequenza delle sue “epiche” citazioni, sia stato in grado di causare loro angoscianti convulsioni nell’oltretomba!
L’aspirante Casanova (Mollà) riveste il ruolo, peraltro in modo non sempre convincente, di un colto docente di letteratura mosso dal desiderio di instillare quel qualcosa in più nel gulliver dei suoi studenti attraverso la ragione e la riflessione; mentre la Watling (se non altro baciata dalla dea della bellezza), genuina giovincella a servizio nella solare trattoria gestita dai suoi genitori, parrebbe quantunque dotata della non comune qualità del saper discernere tra cultura e ricchezza soppesando, con apparente consapevolezza, i relativi vantaggi e svantaggi di entrambe le condizioni.
Son de mar (2001): Jordi Mollà, Leonor Watling
A onor del vero la prima parte non sfigura, come anche il phatos dell’epilogo con la “Son de Mar” che, affondando lentamente, non lascia lo spettatore indifferente. A indurre inquietanti perplessità sono altri aspetti, a partire dalla sceneggiatura e dalla trama, alle quali occorre sommare la non eccelsa qualità della recitazione.
La seconda parte scade in un turbinio di boutade che sfiorano l'assurdo: il docente educatore/pedagogista che, poco dopo essere diventato padre, subisce una repentina metamorfosi sul genere dott. Jekyll / mr Hyde, non tanto in merito all’aspetto esteriore quanto alla forma mentis; accordi galanti e inverosimili appuntamenti in barca per il giorno successivo presi nell'arco di pochi secondi con un’affascinante super femmina mai vista né conosciuta e, dulcis in fundo, una "resurrezione" ben poco miracolosa a cui ne seguirà una seconda di coppia ed enigmaticamente trascendentale.
Non ho avuto modo di visionare tutte le opere del regista spagnolo ma, a quanto si legge, pare sia riuscito in alcuni casi a fare ben di più (seppur in altri casi anche ben di meno) nel corso della sua eterogenea filmografia. Nel film in oggetto non è tutto ben chiaro, e a volte lo spettatore ha l’impressione di essersi perso qualche sequenza. Inevitabile (e non è l’unica circostanza) non provare scetticismo al riapparire del tonno, ops chiedo scusa, di UN tonno in mano al redivivo Ulises ma, niente paura, costui con qualche colta citazione sistema tutto ottenendo che la sua “breve” uscita ittica quadriennale (durante la quale viene dato per morto da moglie e figlio) venga giustificata e paradossalmente perdonata come una banale birichinata da parte di Martina (o perlomeno così sembrerebbe). Da qui lo spunto, ovvero l’escamotage per volgere la tempestosa storia d’amore in burrasca, ottemperarando così ai freudiani e immancabili Eros e Thanatos tradotti per l’occasione nei sesso, cibo e morte tanto cari a Bigas Luna.
Son de mar (2001): Jordi Mollà, Leonor Watling
Son de mar (2001): Leonor Watling, Jordi Mollà
Per concludere, nel corso degli anni ho visto un paio di volte il film e non mi sentirei di consigliarne la visione ma…paradossalmente neanche di sconsigliarla, e perché mai?
Per due ragioni (una per ogni stella), la prima esclusivamente “cinematografica” in quanto la fotografia di José Alcaine, complice la costa valenciana, è davvero eccellente. La seconda squisitamente musicale, ovvero nella colonna sonora “qualcuno” in preda a celeste ispirazione ha divinamente scelto di inserire il sublime brano dei King Crimson (azzeccatissimo in quel contesto di sole e mare): ISLAND dall’omonimo album del ’71!
Una vera, unica e paradisiaca “visione” per l’udito, provare per credere!.
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Paolo il film che hai efficacemente commentato ce l'ho in dvd originale,ma lungi da me dire che questo sia il miglior film del regista.....giammai....per me il suo capolavoro resta e restera' LA CHIAMAVANO BILBAO,un'opera perversa e unica,da non perdere,ma non ho disdegnato PROSCIUTTO PROSCIUTTO,poi per vedere una cenerosa Neri si va su LE ETA' DI LULU'......questo e' tutto,ancora grazie della tua preziosa presenza.
uffa ho messo cenerosa invece di generosa....scusami
Ciao Ezio, ho visto gli altri due mentre mi manca quello che tu reputi il suo capolavoro che terrò quindi nella dovuta considerazione. Grazie del consiglio e del passaggio.
difficile da reperire,mi ricordo di averlo acquistato anni fa in vhs,allegato a un settimanale.
bravo Paolo a trovare spunti di interesse anche in pellicole che inizialmente ne parrebbero prive; e poi il conflitto eros/thanatos è alla base della nostra esistenza...
Hai ragione Luigi, quello è "il Conflitto" per eccellenza; in quanto alla bravura da parte mia a cui accenni, nel caso specifico non ne occorreva poi così tanta:-))).
Un "pasquale" saluto.
Ciao Paolo non mi sorprende il tuo parere negativo perché Bigas Luna è un regista che spesso ha deluso. Anche un film come Prosciutto prosciutto ad esempio che pure ha avuto successo ma secondo me è molto inferiore rispetto alla sua fama, il suo merito principale è quello di aver lanciato Penelope Cruz. Non parliamo proprio di Bambola. Questo che hai recensito lo avevo solo sentito nominare ma non mi attira. Ciao
Non ho capito perché ma a me è venuta voglia di vederlo. Anzi, un sospetto ce l'ho: il semplice fatto che il nostro caro Ezio abbia nominato la Neri che mi ha sempre.. detto molto!
Complimenti per la bella recensione,
Angelo
Gentilissimo Angelo. E per quanto riguarda la visione del film in oggetto, come ho accennato nella rece, qualora tu ne abbia occasione non mi sentirei di sconsigliartela. Potrai farti comunque una tua personale opinione beneficiando, alla peggio, di alcune insindacabili positività:-).
Un saluto.
Paolo.
Proprio così Paolo: grande fotografia e bella colonna sonora composta dai Piano Magic... poco altro in effetti, anche se, nel complesso, il film, una sua dignità la mantiene per me...
Il brano strumentale dei King Crimson a cui fai riferimento, quello che fa sentire Ulises a Martina, è 'Prelude: Song of the Gulls', quinta traccia di 'Island', album capolavoro - fosse l'unico - del '71. Vien da pensare che il cineasta spagnolo fosse un fan del progressive di qualità... che razza di band quella di Robert Fripp and company, mamma mia... un saluto!!
Hai ragione Davide, una band da ...brivido. Io, vista la mia "anagrafe" conosco i brani in oggetto per conoscenza, diciamo, in diretta. Ma tu vedo che non scherzi, la tua competenza sull'argomento travalica la normale passione e, come notato in altre occasioni, raggiunge vette da vero esperto:-). Sul film concordo, nel complesso mantiene una sua dignità malgrado le numerose pecche.
Un saluto anche a te, ciao!
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