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Mr. Vendetta - Sympathy for Mr. Vengeance

Regia di Chan-wook Park vedi scheda film

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GIMON 82

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Mr. Vendetta - Sympathy for Mr. Vengeance

di GIMON 82
9 stelle

Il capitolo più cupo della trilogia della vendetta di Park- Chan Wook, dove i personaggi scontano le pene della loro vita,senza una possibilità di redenzione.Nichilista

Qui non vi è la possibiltà di redimersi, non vi sono le catarsi liberatorie di "Old boy" (2003) e "Lady vendetta" (2005) ,non vi è una forza redentiva che in qualche modo assolve i personaggi, pur nei loro orrendi misfatti.

In "Sympathy for vengeance" c'è invece una forza dura e nichilista, le sue figure sono gli attori di un teatro del dolore,senza possibilità di uscita,se non con la morte.

Eppure l'operaio sordomuto Ryu agisce a fin di bene,egli è un diverso che nella sua incomunicabilità agisce facendo parlare il cuore,ma in questa Corea malata nella società, dove il divario poveri e ricchi è incolmabile,la sua figura viene schiacciata da eventi piu' nefasti e grandi della sua esile immagine. Pur di salvare la sorella malata egli si rivolge loschi trafficanti di organi,pur di prendere il denaro che serve per le cure si licenzia dalla fabbrica dove lavora, ma tutto quel che gli rimane è un pugno di riso, ed è a questo punto che decide di rapire la figlioletta del suo arido datore di lavoro,in un susseguirsi di eventi drammatici che culmineranno in un crescendo di violenza e molto sangue.

Una vicenda narrata dal regista Chan Wook in modo ellittico, puntando sul corpo dei suoi attori e sui luoghi asfittici in cui si muovono.Una regia alternativa la sua, che suscita emozioni contrastanti.Il suo film è infatti dotato di una forza primigenia, dove parlano le ombre dell'animo dei suoi personaggi.

Una catarsi descritta in riprese barocche e angoscianti,dove l'attimo della morte di una bambina non lo vediamo, (se non in seguito) ma riusciamo ad intuirlo. La verità in questo film è proprio nella sua forza espressiva,complementare al forte respiro sociale,l'energica fidanzata di Ryu è difatti attivista di un gruppo terroristico di anarchici. Quella della giovane è un po la coscienza sociale di un paese dominato da forti tensioni, nel quale il suo piccolo corpo urla un inno di libertà.

Ma vi è purtroppo uno spicchio sociale e dominante che è quello dei ricchi, qui alberga lo spirito avido e indifferente di Park-dong.jin, un imprenditore senza scrupoli ,nonchè datore di lavoro di Ryu e padre della bambina rapita dallo stesso ragazzo e dalla fidanzata.

Un personaggio ambiguo il suo, interpretato con dolorosa violenza dall'attore Song Kang-hoo che prima di recitare per il pluripremiato Bong ci dona una performance inedita e carica di nichilismo.

In "Mr Vendetta" è infatti il nichilismo che compone (e scompone) l'intera vicenda, non vi è speranza se non un fuoco alimentato dalla vendetta.Se la prima parte ha un ritmo lento e carico di pathos emotivo, la seconda scende nei meandri dell'umanità, creando un carico di immagini disturbanti e di luoghi fatiscenti.

Il regista Park sceglie di mostrare i corpi morti, come una sorta di "soluzione finale" al dolore della vita, infatti l'unica immagine di speranza nel film era la piccola figlioletta di Park-dong ,che aveva creato una bella simbiosi con i ragazzi ,avendo visto in loro ma sopratutto nella sorella di Ryu un amore famigliare che le era sempre mancato.

Quando la sorella di Ryu s'uccide e quando la bambina annega si spegna l'unica speranza di luce in tutta la vicenda, queste due morti rappresentano la fine della "gioia di vivere" e la possibilità di una redenzione grazie all'affetto e all'amore.

E' come se le luci si spegnessero e ci affidassimo al buio, il primo tempo infatti ci dava una fotografia piu' lucente e piena di sole,il secondo tempo è carico di dannazione,oscurità e luoghi putridi e abbandonati.

Un "modus vivendi" dove rimaniamo colpiti dal fato tragico che accompagna i personaggi.

Come epilogo finale Park sceglie una via autodistruttiva e di annientamento,non vi è speranza per nessuno qui  se non nella morte, in queso film dotato di un perverso fascino, fatto di ambiguità,sogni infranti,violenza estrema e tanto dolore. L'unica via di uscita sembra quella della morte sembra dirci Park,regalandoci un opera complessa e stratificata, girata in modo coraggioso e senza filtri,dimostrando un talento puro e cristallino nel rendere  artistica una vicenda fatta di miserie umane moltissimo orrore.....

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