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Mr. Vendetta - Sympathy for Mr. Vengeance

Regia di Chan-wook Park vedi scheda film

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La recensione su Mr. Vendetta - Sympathy for Mr. Vengeance

di Kurtisonic
8 stelle

Primo atto della cosiddetta trilogia della vendetta, che manifesta forse qualche forzatura stilistica rispetto ai capitoli successivi, ma non ne risulta inferiore dal punto di vista del contenuto, della forma, dell’espressività artistica. Mr Vendetta è il film dove più esplicitamente emerge la componente politica, divisa fra i caratteri separati delle due Coree e la denuncia degli squilibri sociali del sistema più avanzato del sud, e le sue drammatiche conseguenze. Se nei due lavori successivi questi aspetti appaiono molto più sfumati e transitori, più funzionali al racconto che essenziali, in Mr Vendetta sono il motore narrativo, il fulcro d’innesco del meccanismo vendicativo che non risparmia nessuno in un crescendo di ritorsioni e di violenza. Un operaio sordomuto con sorella diabetica grave a carico, perde il lavoro ed è alla ricerca di soldi per farla curare. Con la fidanzata, appartenente ad un gruppo estremistico, progetta il rapimento della figlia del suo datore di lavoro. Park Chan wook miscela i due generi principali che contraddistinguono il cinema sud coreano, il melodramma e la critica sociale. Attraverso le vicissitudini e gli snodi narrativi, il regista completa la rappresentazione dei principali personaggi non solo con il loro profilo emotivo ma li inserisce lucidamente nella rispettiva posizione sociale mostrandone le caratteristiche, i comportamenti, i condizionamenti materiali e ideali. Il ritratto che Park fornisce è di un quadro globale in cui lo spettatore rimane vicino ad ogni personaggio, impedendogli di rifiutarne a priori le motivazioni comportamentali, e allo stesso tempo  gli si mantiene la stessa distanza di giudizio e di osservazione. Non si trovano tracce anticipatorie della spettacolarità di Old boy, o del barocchismo ridondante di Lady vendetta, ma non manca il tocco poetico, anche se infarcito di sangue e di dolorosa partecipazione. Scontro di classe fra ricchi e poveri, tensioni sociali che spingono l’uomo a compiere atti estremi per sopravvivere alla propria condizione, ideologie accompagnate a solitudini, figli in balia di un mondo adulto pervaso dalla convinzione che non esista nessuna giustizia possibile, e che la vendetta sia l’unica via percorribile per una visione morale e unificante del mondo. Qualche crudezza si poteva risparmiare ma con la spigliatezza visiva che Park trasformerà in tocco, il regista si colloca come un nome dei più interessanti del cinema coreano, purtroppo dimenticato frettolosamente dalla distribuzione italiana.

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