Regia di Richard Curtis vedi scheda film
Confesso che ho sempre apprezzato molto il senso dell'umorismo tipicamente British e le storie corali di Richard Curtis ("Quattro matrimoni e un funerale" e "Notting Hill", per citarne qualcuno) e questo film rappresenta in tal senso un punto d'arrivo.
Innanzitutto, nei film precedenti sceneggiati da Curtis vi era qualche sporadica melensaggine che appariva qua e là, mentre in questo non ve ne è l'ombra; in secondo luogo, Curtis è più politicamente scorretto, ma sempre con quel caratteristico garbo ammiccante che gli è proprio (da antologia la sequenza della visita del presidente degli Stati Uniti a Londra); infine, i film corali sono sempre stati la specialità dello sceneggiatore-regista, capace di dare il giusto spazio ai suoi personaggi, ritratti a tutto tondo e con sincero affetto, e qui ci troviamo di fronte al perfetto bilanciamento di ben nove storie diverse per poco più di due ore di durata.
Alcune storie sono fanno ridere, altre piangere, altre finiscono bene, altre no, ma sono tutte collegate fra loro, memorabili e, a tratti, commoventi.
Il cast è ben assortito e presenta attori di alto profilo: Alan Rickman, Emma Thompson, Liam Neeson, Colin Firth, Bill Nighy, Keira Knightley, Laura Linney, Billy Bob Thornton, Rowan Aktinson (il suo cameo è esilarante) e così discorrendo.
Fa parte del cast anche Hugh Grant, ormai assiduo interprete dei film sceneggiati da Curtis, più disincantato e meno imbambolato del solito nei panni del primo ministro britannico (strepitoso il balletto improvvisato all'interno del numero 10 di Downing Street sulle note delle Sister Sledge).
Per concludere, una breve nota sul titolo del film, non immediatamente comprensibile se visto doppiato: l'amore è il filo conduttore di tutti i "quadretti" che ci vengono mostrati e "actually" ("in realtà" e non "davvero", come vorrebbe far credere l'edizione italiana) è un intercalare usatissimo dagli inglesi e, in particolare, da tutti i personaggi del film, in gran parte londinesi doc.
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