Regia di Richard Curtis vedi scheda film
In una swinging London foraggiata dalle luci al neon dell'imminente Natale, si incrociano le vicende umane di una ventina di personaggi, legate dal denominatore comune dell'amore. C'è il primo ministro che ha il batticuore per una sua attendente, uno stravagante divo del rock che ha passato la cinquantina stando quasi sempre al fianco del suo manager ciccione, l'impiegata imbranata che stravede per il collega belloccio, una coppia di mezza età, uno scrittore disposto a imparare il portoghese pur di portare sull'altare la sua colf, un ragazzo che si innamora della donna del suo migliore amico, una coppia che si è conosciuta facendo la controfigura in scene erotiche e persino un bambino che ha un debole per una compagna di scuola. Amori che sbocciano, tradimenti, passioni, rimorsi, gioia, risate, lacrime, sorprese: tutto (o quasi) converge nella recita di bambini che una scuola londinese ha allestito per la vigilia di Natale. Lo sceneggiatore di Mr. Bean, Quattro matrimoni e un funerale e Notting Hill, passato per la prima volta dietro la macchina da presa, mantiene funambolicamente l'equilibrio nell'intreccio tra le vicende, condendo il copione con un ottimismo così pronunciato che al confronto Tonino Guerra e quelli di UniEuro sembrano un incrocio tra Schopenhauer e il diario di Anna Frank. C'è persino un primo ministro inglese con il senso dello stato (altro che Tony Blair!) a rendere Love actually una fiaba controtempo, con qualche inutile sprazzo di melassa ma con momenti di impagabile comicità.
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