Regia di Francis Veber vedi scheda film
Cinema di genere, purissimo meccanismo narrativo, piacere del racconto. Per fortuna, esiste ancora qualche artigiano capace di ciò: Francis Veber è uno di loro, e che il Wwf lo protegga e lo conservi. Sta’ zitto... non rompere è in fondo un Veber minore, rispetto a titoli folgoranti come La capra o La cena dei cretini, né ha l’ambizione satirica di L’apparenza inganna. Dovremmo in teoria dargli un pollice medio, ma dopo lunga riflessione (almeno 10 secondi) scegliamo un pollice alto “politico”: Veber fa cinema popolare intelligente, scrive e dirige commedie con i tempi, le battute e gli attori giusti, non tradisce mai e non se la tira, non fa “l’autore”. Stavolta lavora su due cliché, il killer silenzioso e spietato e il ladruncolo logorroico e bonaccione: ma basta affidarli a due attori come Jean Reno e Gérard Depardieu perché acquistino vita, carne, sangue, cervello. I due finiscono in galera insieme, e insieme evadono in circostanze rocambolesche. Reno deve vendicarsi del boss che gli ha ucciso la donna, Depardieu sogna di aprire un bistrot: il primo non sopporta il secondo, ma potete scommetterci che nascerà l’amore. Variazione sul tema del Rompiballe, capolavoro che Veber scrisse trent’anni fa per Molinaro. Non originalissimo, ma vale il prezzo del biglietto.
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