Regia di Martin Brest vedi scheda film
Oltre 50 milioni di dollari più la pubblicità: questo il bilancio di perdite col quale arriva in Italia il flop dell’anno, l’ormai quasi leggendario Gigli, a rianimare il quale non sono bastati i gossip sulla storia d’amore tra i due protagonisti Affleck e Lopez. In realtà, il film è assolutamente nella media (pessima) del cinema hollywoodiano recente: edulcorato, prolisso, stantìo come tutti. Non un supertrash, insomma, ma solo una gran noia. Già la storiella è scialba: un sicario boccalone (Affleck) deve sequestrare un ragazzo ritardato per ricattarne il fratello. In questo viene affiancato da una ”collega” (Lopez) decisa e lesbica, e ben presto i due scoprono che l’uomo da ricattare è nientemeno che il procuratore. Seguono disavventure varie e tira-e-molla tra l’uomo e la donna. Certo, la sensuale Lopez è ingessata e Affleck ha il glamour di una carpa morta, i dialoghi sono piattissimi e l’insieme stucchevole: ma con che coraggio infierire su un film che negli USA ha già totalizzato (pare) 130 stroncature, un record assoluto? Semmai, l’unico momento di balordaggine perversamente godibile sono le comparsate di Christopher Walken e di Al Pacino, direttamente da un altro pianeta.
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