Regia di Tinto Brass vedi scheda film
I primi minuti sembrano all'insegna di un certo carattere più "serio" (a parte la stupida sigla), ma subito Brass si smentisce (o conferma il suo andazzo ormai consolidato) e propina dialoghi idioti, battute ridicole e banali, risatine peggiori, recitazione raffazzonata da parte di quasi tutti gli attori, solite scenografie riciclate dagli altri suoi set, soliti specchi ovali, solite luci, soliti colori, solite situazioni, senza una qualche minima reinvenzione, o un guizzo vitale, ché tutto qui è finto e demenziale, con l'illusione di far divertire (ma a quanto risulta c'è chi ci si diverte con gusto), e la trama si ripete in continuazione avendo ben poco materiale a disposizione, tranne certo abbondanza di anatomie. Il Tinto cerca anche un accenno di malinconia e perfino il lutto, ma è solo un pretesto appiccicato per far apparire un prete in mutande nel casino per una confessione tempestiva e tentare un qualche scandalo. 3
Ridicole musichette di Riz Ortolani.
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