Regia di Julian Richards vedi scheda film
Misconosciuto persino ai siti specializzati di horror e agli "youtuber" italiani che ne sono ormai diretta filiazione, infatti non se ne trovano recensioni nel nostro idioma, è in Patria delle isole britanniche considerato invece dai più tra i migliori "folk-horror" realizzati all'interno del filone nominato ed espressione quasi esclusiva dello stesso cinema inglese, e addirittura messo sotto solo allo stesso famosissimo "The Wicker Man"(1973), di Robin Hardy.
Purtroppo però siamo pienamente dentro al cinema anni '90 quasi alla fine, quindi la fotografia è dozzinale anzi si potrebbe definire brutta(anche per effetto della particolarità di pellicola Fuji, dai colori sempre molto riconoscibili),che rovina la bella ambientazione gallese di Cardiff nelle zone industriali come in quelle sempre verdi rurali e residenziali, oltre che depotenziare e non poco l'inventiva visionaria del regista, che non sarebbe da poco e con un qualcosa di milleriano, per quanto riguarda il trucco e i costumi tribali degli adepti della setta. E i loro riti all'interno della fonderia, in una fusione ben riuscita di paganesimo e civiltà industriale dell'acciaio. E' anche una delle ultime apparizioni di rilievo per Jon Finch, tra i migliori rappresentanti del cinema e teatro britannici negli anni '70. Craig Fairbrass tiene comunque saldamente in pugno con la sua innata personalità e prepotenza fisica, il ruolo del protagonista, Tyler Truick. Giornalista d'inchiesta nella redazione di un giornale, e che si ritrova in una Storia cospirativa in cui anche i migliori amici alla fine sono fagocitati dalla setta, ma sempre all'interno di una cornice in un certo modo realistica, e senza confondere mai i piano tra allucinazione e realtà. Alcune lunghe e compiaciute sequenze di sesso da baccanale orgiastico demoniaco, pure gratuita, che però in particolare una verso il finale si fa ricordare, per quanto è spinta. Il regista ha continuato nel genere horror fantasy anche negli Stati Uniti, ma senza mai distinguersi come in questo personale esordio, seppure l'attenzione per questi suoi titoli successivi sia stata maggiore, e infatti se ne trova nota nei dizionari e siti internettiani del genere. I titoli sono in gaelico, e si fa fregio di essere stato il primo horror di produzione e lavorazione quasi interamente gallese. Diverse facce note e meno note del cinema britannico di gangster, sono presenti, ma Richard Lynch non è ovviamente il grande caratterista americano dalla faccia ustionata, ma un suo giovane omonimo.
Non malissimo la colonna sonora. Alcune assonanze di dècor e atmosfera con Mariano Baino
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