Regia di Cathy Garcia-Sampana vedi scheda film
Hello, Love, Again, seguito ambizioso di Ciao, Amore, Arrivederci, cerca di espandere la storia d’amore tra Joy e Ethan, portandoli fuori dalla frenesia di Hong Kong per immergerli nelle vaste distese del Canada. Diretto da Cathy Garcia-Sampana e interpretato nuovamente da Kathryn Bernardo e Alden Richards, il film Hello, Love, Again esplora i cambiamenti personali, le difficoltà dell'immigrazione e il peso del passato, il tutto con una narrazione che alterna presente e flashback per raccontare il percorso dei due protagonisti. Tuttavia, se da un lato il film ha momenti di forte impatto emotivo, dall’altro soffre di una struttura narrativa troppo dispersiva e di un tono incostante.
Uno degli aspetti più riusciti di Hello, Love, Again è il modo in cui il film affronta il tema della migrazione. Joy, ora conosciuta come Marie, ha inseguito il sogno di una vita migliore in Canada, ma si ritrova ancora a lottare, senza aver raggiunto la stabilità che sperava. La comunità filippina viene rappresentata in modo realistico, mostrando sia la solidarietà che le difficoltà di chi cerca di affermarsi all'estero. Il film tocca anche il tema del ruolo dei breadwinner, mettendo in evidenza il peso emotivo e fisico di chi lavora per mantenere la famiglia lontana.
Tuttavia, la struttura narrativa è caotica. L’uso massiccio dei flashback, se da un lato aiuta a colmare i vuoti della storia, dall’altro spezza il ritmo e rende la narrazione frammentata. Alcuni momenti risultano ripetitivi, e la quantità di sottotrame introdotte lascia l'impressione che il film stia cercando di raccontare troppe cose contemporaneamente. Forse, come suggerito, sarebbe stato meglio dividere la storia in due sequel distinti.
Rispetto al primo film, che aveva un equilibrio perfetto tra romanticismo e dramma, Hello, Love, Again fatica a mantenere una coerenza di tono. Alcune scene comiche, soprattutto quelle legate ai personaggi secondari come Joross Gamboa, risultano forzate e fuori luogo rispetto al resto della storia. Al contrario, alcune sequenze drammatiche sono sorprendentemente cupe e intense, creando un effetto di sbalzo emotivo che rende difficile l’immersione nel film. Anche la fotografia e la messa in scena variano notevolmente: le scene romantiche hanno un’estetica quasi da telenovela, mentre altre sembrano girate con un realismo più crudo.
Nonostante i problemi strutturali, Hello, Love, Again brilla grazie alle performance di Kathryn Bernardo e Alden Richards. Kathryn è straordinaria nel mostrare la trasformazione di Joy in Marie: il suo sguardo, il linguaggio del corpo, i piccoli dettagli della sua interpretazione rendono palpabile il suo viaggio interiore. È un ruolo che conferma il suo talento e la sua crescita come attrice.
Anche Alden Richards offre un’interpretazione potente. Ethan è un uomo spezzato dagli eventi della vita, profondamente segnato dalle difficoltà affrontate durante gli anni di separazione da Joy. Il suo personaggio, però, sembra meno definito rispetto al primo film: mentre Joy è cambiata e si è evoluta, Ethan appare quasi privo di un’identità propria, un aspetto che rende la dinamica tra i due meno intensa rispetto al passato.
Uno degli elementi più originali del film è il modo in cui affronta l’impatto della pandemia da CoVid sulle vite dei protagonisti. La crisi sanitaria ha cambiato le loro prospettive, le loro scelte e le loro relazioni, rendendo le loro difficoltà ancora più reali e universali. Questa parte della storia è gestita con una sensibilità notevole e aggiunge profondità al film.
Il messaggio finale è uno dei punti di forza di Hello, Love, Again: nonostante le difficoltà, i sacrifici e le scelte dolorose, il film celebra la resilienza, l’amore e la capacità di trovare la propria strada, anche quando tutto sembra remare contro. Il finale lascia spazio alla speranza, dando un senso di chiusura ma anche di possibilità future.
Hello, Love, Again è un film che emoziona, ma che non riesce a raggiungere l’equilibrio e l’autenticità del primo capitolo. La sceneggiatura ambiziosa si perde tra troppi spunti narrativi, il tono sbilanciato crea un’esperienza altalenante e la regia non sempre è all’altezza del materiale a disposizione. Tuttavia, le performance di Kathryn Bernardo e Alden Richards, unite alla profondità emotiva di alcuni momenti, rendono comunque il film un’esperienza coinvolgente per i fan della storia originale.
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