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Ame agaru

Regia di Takashi Koizumi vedi scheda film

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La recensione su Ame agaru

di braddock
4 stelle

Conosciuto anche col titolo inglese di "After the rain", rappresenta l'esordio da regista di Takashi Koizumi, colui che fu l'aiuto regista di tutte le più recenti pellicole di Akira Kurosawa dal DERSU UZALA del 1975 fino all'ultimo Madadayo il compleanno del 1993. Tratto da una senografia scritta da Kurosawa deceduto l'anno prima, questo AME AGARU si pone come una sorta omaggio al maestro da parte del suo allievo, mostrando all'inizio anche alcune immagini di repertorio del compianto regista. Pure Akira Terao, attore scelto per il ruolo del protagonista comparso anche in titoli più commerciali tipo INTO THE SUN con Steven Seagal, era una vecchia conoscenza di Kurosawa avendo già fatto parte dei cast di alcune delle sue regie come RAN e SOGNI. Devo dire però che, a parte gli apprezzeabili intenti citazionistici e di celebrazione del cinema dello storico cineasta nipponico, il film non mi ha entisuaismato più di tanto trovandolo al contrario piuttosto deludente. La storia vede Akira Terao nel ruolo del samurai Ihei Misawa, rimasto bloccato assieme alla moglie Tayo ( Yoshiko Miyazaki ) in una modesta locanda a seguito del fiume ingrossato dalle continue pioggie. Trascorrono i giorni e le provviste diminuiscono, tra gli ospiti del posto cresce così un certo nervosismo che lascia presagire esiti drammatici. Il samurai decide quindi di recarsi in un dojo, con l' intento di combattere in cambio di denaro. Questa azione rappresenta però un grave disonore per un samurai, ma si mostra il solo modo per permettere agli avventori della locanda di festeggiare placando gli animi. Nel frattempo Shigeaki ( Shiro Mifune ) un ricco capo clan, incontra casualmente Ihei mentre è intento ad impedire a due samurai di combattere. Rimasto impressionato dal suo gesto, Shigeaki convoca Ihei nella sua magione facendoli mettere alla prova le sue abilità di combattimento. Ihei sbaraglia tutti gli avversari, il ricco signore decide così di nominarlo maestro d'armi. Ovviamente tale nomina suscita l'invidia degli altri samurai al servizio di Shigeaki, i quali faranno la spia sul gesto di Ihei di aver combattuto in cambio di soldi e diranno allo stesso protagonista la menzogna che il loro signore non lo vuole più al suo servizio... Sebbene gli spunti di partenza fossero apprezzabili e condivisibili, il film non è inguardabile ma non vale di certo come i titoli di culto tipo YOJIMBO o SANJURO. Anche in epoca contemporanea però si sono visti film sui samurai ben più elaborati e di spessore infinitamente maggiore, basti pensare ad esempio alla triologia sul tema di Yoji Yamada o al SWORD OF DESPERATION di Hideyuki Hirayama. Qui invece, la durata mi è parsa troppo breve e la storia sviluppata in maniera eccessivamente semplice con un finale a libera interpretazione di dubbio gusto. Non vi sono colpi di scena, i personaggi risultano piuttosto stereotipati e anonimi mentre la rappresentazione scenografica appare fin troppo realistica quasi spartana. Le sequenze di combattimento sono piuttosto diradate, ma tuttavia non mancano pur non essendo eccezionali. Non mi è sembrato il modo milgiore per omaggiare Kurosawa, nell'HIDDEN BLADE del 2005 il culto dei samurai veniva spiegato molto meglio e le atmosfere erano curate in modo del tutto diverso. Si può anche guardare volentieri perchè in fondo nella tranquilità del ritmo la pellicola è abbastanza piacevole, ma mi ha dato un'idea di inconcludenza come se si trattasse di un film non finito ma solo abbozzato.        

Su Akira Terao

Discreta, anche se non buca lo schermo come il Toshiro Mifune dei tempi antichi

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