Regia di Gianni Grimaldi vedi scheda film
L'integerrimo dottor Gaudenzi rimane disgraziatamente vedovo; la buonanima, andandosene, gli fa giurare solennemente che l'uomo le rimarrà eternamente fedele. Cosa tutt'altro che facile, naturalmente.
Scritto e diretto da Gi(ov)anni Grimaldi, questo filmetto fa il paio - sia per la lunghezza e l'articolazione del titolo, che per le tematiche pruriginose-italiote - con La prima notte del dottor Danieli, industriale col complesso del giocattolo, girato dallo stesso Grimaldi l'anno precedente. Se nel primo lavoro il protagonista era Lando Buzzanca, l'indiscusso re della commedia scollacciata a base di maschi virili del sud e corna a volontà, ecco che qui invece imperversa sulla scena Carlo Giuffrè, a suo agio anch'egli e capace di sostituire il collega con sufficiente credibilità (il fatto che il ruolo sembri scritto per Buzzanca è inoltre testimoniato dal fatto che, nella sua recensione, il Morandini lo accredita come protagonista). A complicare la faccenda, infine, ci si mettono le scelte di casting di Grimaldi, per gran parte identiche in entrambe le pellicole (Saro Urzì, Françoise Prevost, Katia Christine). Non c'è insomma tanto da dire su questo lavoruccio, già in partenza di poche pretese, consapevolmente limitato negli argomenti e messo in scena con visibile (e comprensibile) poca voglia; oltrettutto il nodo centrale del canovaccio si sviluppa nei primissimi minuti e, per l'ora abbondante che ne segue, il blando erotismo (qualche nudo parziale) e le battutine risibili non possono in alcun modo salvare la situazione. 2/10.
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