Regia di Giorgio Simonelli vedi scheda film
Il siculo Rocco si sposta verso nord in cerca di lavoro, portandosi appresso le quattro sorelle di cui è gelosissimo. All'altezza di Roma però Rocco finisce arrestato per una serie di equivoci; quando riesce a liberarsi, ritrova le ragazze a lavorare in un'osteria, tutte ormai fidanzate: l'uomo esplode di rabbia.
A pochi mesi di distanza dal capolavoro di Luchino Visconti, Rocco e i suoi fratelli, il cinema leggero nostrano produce la sua caricatura smaccatamente comica, per mano di un buon mestierante della commedia (Giorgio Simonelli, il regista), un caratterista d'eccezione (Tiberio Murgia, il protagonista) e due sceneggiatori ancora non molto noti, ma dal futuro radioso (Enzo Di Gianni, ma soprattutto Ernesto Gastaldi): ed è Rocco e le sorelle. Oggi sembra il titolo di un porno, complice la notorietà di Rocco Siffredi, ma anche il mancato successo della pellicola di Simonelli, finita molto presto nel dimenticatoio e attualmente di difficile reperibilità. Di certo la struttura della trama, davvero banalotta, e la scarsa appetibilità dei nomi che compongono il cast artistico hanno contribuito a questa rimozione; fra gli altri interpreti si possono infatti citare Memmo Carotenuto, Moira Orfei e Luigi Pavese, oltre ad Alberto Talegalli, Gina Rovere, Anna Ranalli e Alberto Lupo. Per quanto le idee originali siano ben poche, il mestiere che guida l'operazione fa però in modo che il film risulti assolutamente gradevole; per capire la velocità (e pertanto la cura) con cui Simonelli lavorava ai tempi, in quello stesso anno il regista finiva in sala con altre tre pellicole (Che femmina! E che dollari; Gerarchi si muore; I magnifici tre), tutte dai simili standard. 3/10.
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